ROMA – Mariano A., il baby killer della camorra intervistato nel docufilm “Robinù” di Michele Santoro presentato al Festival di Venezia, è anche uno dei protagonisti della rivolta nel carcere minorile di Airola. Lo sottolinea, in una nota, Ciro Auricchio, segretario campano dell’Uspp (Unione Sindacati Polizia Penitenziaria).
“Il giovane detenuto – dice ancora Auricchio – appartenente a un clan di Ponticelli, esalta nel trailer pubblicato il suo stato criminale, manifestando disprezzo verso le istituzioni e forze dell’ordine”.
“Dalle sue dichiarazioni trapela l’assenza di qualsiasi ravvedimento rispetto ai crimini commessi”, aggiunge Auricchio secondo il quale, “questi soggetti vanificano i processi di riabilitazione degli altri minorenni ospitati nelle strutture penali minorili”.
Il film sulla paranza dei bambini sarà nelle sale nella seconda metà di ottobre, distribuito da Videa. Come ha spiegato Michele Santoro: “Rispetto alla fiction, che è costretta a tipizzare i personaggi, qui esce fuori una dimensione sentimentale, più profonda. Questi baby boss sono killer spietati ma la cosa sorprendente è che la convivenza con la morte è associata ad una grande passione per la vita”.