Alberto Acierno, il “papà” di tutti i Fiorito: soldi pubblici per casinò e yacht

Alberto Acierno

ROMA – Prima di Luigi Lusi alla Margherita, prima di Francesco Belsito alla Lega, prima dei Fiorito e dei Maruccio, c’è stato lui. Alberto Acierno, parlamentare nazionale e siciliano per una serie di partiti di centrodestra. Ex presidente del gruppo misto in Regione Sicilia e condannato a sei per avere, come i suoi “figliocci” più recenti, intascato soldi pubblici.

Acierno, secondo la condanna, ha “spremuto” la fondazione Federico II, diretta emanazione dell’ente regionale, poi i fondi del Gruppo Misto, infine quelli dell’assemblea regionale stessa. Per farci cosa? Il repertorio delle spese “folli” non è certo vario, come in tanti altri casi compaiono anche i casinò online, gli abbonamenti a Sky, il pieno per lo yacht direzione Panarea, la vacanza alle Maldive.

La vicenda di Acierno è iniziata nel 2009, quando il pubblico ministero Sergio Demontis ha iniziato ad indagare dopo segnalazione della Guardia di Finanza. Che segnalava un uso piuttosto disinvolto di carte di credito collegate a denaro pubblico. Non venne rieletto e passò dalla Regione alla fondazione Federico II. Da direttore prendeva circa 180mila euro l’anno. Cifra evidentemente insufficiente visto quello che è risultato dall’inchiesta. Acierno nel 2009 venne arrestato. Lunedì 26 novembre è stato condannato a 6 anni e 6 mesi, all’interdizione perpetua dai pubblici uffici e a restituire il maltolto, complessivamente circa 140mila euro.

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Elisa D'Alto