GARLASCO – Il Dna di un uomo è stato trovato sotto le unghie di Chiara Poggi, uccisa brutalmente nella sua villa a Garlasco 9 anni fa. Non il Dna di Alberto Stasi, allora fidanzato di Chiara che è stato condannato a 16 anni per omicidio, ma di un altro uomo. Un uomo noto, all’epoca dei fatti un ragazzo, che conosceva la famiglia di Chiara Poggi e frequentava la villetta di Garlasco. Ora che l’esame del Dna è stato messo agli atti, la famiglia di Stasi, che si è sempre detto innocente e continua a proclamarlo dal carcere, chiede la riapertura delle indagini sulla morte di Chiara.
Andrea Galli e Cesare Giuzzi sul Corriere della Sera scrive che il giovane era stato interrogato due volte dai carabinieri durante le indagini per omicidio, ma il suo alibi era apparso convincente. Un alibi che però ora vacilla:
“Adesso, alla luce della differente ricostruzione svelata dalle indagini difensive, quell’alibi del giovane per il 13 agosto 2007 potrebbe esser rimesso in discussione. Non ci sarebbe dunque unicamente da dimostrare per quale ragione ebbe un contatto strettissimo e diretto con Chiara — il suo Dna lasciato sotto le unghie — ma anche, per appunto, il motivo di un’eventuale «distorsione» della testimonianza e soprattutto i suoi movimenti durante la giornata.
I legali Fabio Giarda e Giada Bocellari hanno indicato il nome di questa persona all’interno della memoria presentata alla Procura generale, anche se mantengono il massimo riserbo sull’identità del giovane. Di lui si sa soltanto che non ha precedenti penali, in questi anni ha avuto una vita regolare, ha un’occupazione e soprattutto non avrebbe mai avuto un legame con Alberto Stasi. Gli avvocati hanno ribadito che la richiesta di revisione non è affatto un atto d’accusa nei confronti del giovane («Non sappiamo nemmeno se in questo momento sia indagato oppure no») quanto un’«indicazione» per svolgere indagini mirate nei suoi confronti”.
Intanto la difesa di Alberto Stasi ha chiesto la riapertura dell’indagine alla luce della nuova scoperta e il fidanzato di Chiara dal carcere dove è rinchiuso ha scritto una lettere a Le Iene, invitando la trasmissione a leggere le carte dei processi e chiedendo di aiutarlo a dimostrare la sua innocenza, come riportato da TgCom24:
“Io non ho ucciso Chiara e non smetterò mai di ripeterlo” scrive invitando a leggere gli atti dei processi e dicendo che in libertà ci sono “uno o più assassini”. Stasi è convinto che nelle carte, anche in quelle dei processi finiti con la sua condanna, ci siano le prove della sua innocenza. Per questo invita Le Iene a leggere tutto e a spiegare alla gente.
“Per anni hanno parlato in tanti di me nei vari salotti – scrive -. Ma qualcuno si è mai chiesto se chi stava parlando avesse letto tutto?” si chiede. Per poi proseguire: “Mi hanno rovinato la vita, è pacifico, ma io non mi arrendo e adesso vorrei che qualcuno facesse quello che non è mai stato fatto: leggere e, da informati, informare”.