Il blocco degli stabilimenti Alcoa ha avuto un esito drammatico. Gli operai hanno sequestrato direttore e vicedirettore dello stabilimento che al momento è nelle loro mani.
Gli stabilimenti italiani dell’Alcoa, il gigante Usa dell’alluminio stavano per essere chiusi. L’azienda ha infatti deciso lo stop della produzione a Portovesme, nel Sulcis Iglesiente, e a Fusina (Venezia) dopo la decisione della Commissione Europea che ha chiesto la restituzione degli aiuti ricevuti sul prezzo dell’elettricità .
La multinazionale ha pertanto deciso di sospendere la produzione nei due stabilimenti in Italia, annunciando di voler fare ricorso: “Alcoa fermerà temporaneamente la produzione nelle sue due fonderie di Fusina e di Portovesme”.
Alcoa dà attualmente lavoro a 2.500 persone in Italia. Nella chiusura dei due stabilimenti sono però coinvolti 1000 dipendenti diretti e 1000 lavoratori dell’indotto.
Immediata la risposta degli operai. I dipendenti della fabbrica di Portovesme hanno “sequestrato” la sede dello stabilimento: il direttore della fabbrica Marco Guerrini, il vice direttore Sergio Vittori e gli altri dirigenti sono stati trattenuti dai lavoratori in assemblea per chiedere “risposte immediate”. All’esterno della fabbrica alcuni operai incappucciati rivendicano l’occupazione in un video giunto ad apcom.
Operai, amministrativi e tecnici della fabbrica, circa 200 persone, si trovano nella sala riunioni e hanno deciso che “da questo momento nessuno entra e nessuno esce”. “Rimaniamo qui sino a quando non troveremo un accordo, non il 25 ma subito. Ci aspettiamo che l’Alcoa accetti quello che ha offerto il governo e che blocchi la dichiarazione di fermata della produzione, perché se si ferma un solo giorno lo stabilimento di Portovesme è morto”.