CAGLIARI – Si sfilano i sindacati dei metalmeccanici ma alla fine, dopo quattro ore e mezzo di confronto serrato nella sede dell'assessorato del Lavoro della Regione Sardegna, viene firmato l'accordo per la cassa integrazione dei 500 lavoratori dell'Alcoa di Portovesme (Carbonia Iglesias). Revocata la procedura di mobilita', anticamera del licenziamento, si apre cosi' la strada agli ammortizzatori sociali per cessazione di attivita' sulla base dell'intesa del 27 marzo al ministero dello Sviluppo economico, mantenendo anche la possibilita' di mobilita' volontaria per chi ne facesse richiesta.
Due le finestre indicate per la cig: dal primo novembre 2012 o dal primo gennaio 2013, tutto dipendera' dall'esito dell'auspicata trattativa per il passaggio della fabbrica dalla multinazionale americana ad un nuovo soggetto tra quelli che hanno gia' manifestato interesse all'acquisto. Alcoa, infatti, ha confermato la volonta' di abbandonare la produzione di alluminio in Italia. La partita sulla cig si e' dimostrata piu' difficile del previsto. A mediare tra l'azienda, i sindacati e Confindustria e' stato l'assessore del Lavoro Antonello Liori. Ma non e' riuscito ad impedire lo 'strappo' dei metalmeccanici. Le segreterie di Fiom-Cgil, Fim Cisl e Uilm-Uil non hanno ratificato il documento, perche', sebbene condiviso in tutte le sue parti, e' mancato un tassello ritenuto fondamentale e per il quale la Cisl ha puntato i piedi: il riferimento all'integrazione economica per gli oltre 300 lavoratori degli appalti che eseguono le manutenzioni per Alcoa.
La giornata, preparata in una due giorni di full immersion tra azienda, Confindustria e sindacati per l'elaborazione di un allegato tecnico, era iniziata in salita con il problema dei 68 lavoratori interinali, ''che – hanno detto i sindacati – operano da anni in posizioni tecniche e produttive'', e degli oltre 300 operai degli appalti. Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un impegno forte da parte dell'assessorato per cercare gli strumenti alternativi alla cassa integrazione qualora non ne fosse possibile l'applicazione, mentre l'azienda ha ritenuto di non dover essere della partita.
A questo punto, complice un'incomprensione sull'allegato tecnico, la multinazionale, rappresentata dall'amministratore delegato di Alcoa Trasformazioni, Giuseppe Toja, dal responsabile dello Sviluppo, John Fontecchio, e dal direttore del personale, Fabio Carboni, ha deciso di abbandonare il tavolo, mentre Liori ha iniziato una lunga mediazione che ha portato allo sblocco della trattativa con la firma dell'accordo assessorato-sindacati per i lavoratori interinali e degli appalti e del verbale sindacati-azienda con il piano di tutele sociali non sottoscritto dai metalmeccanici.