ROMA, 29 LUG – La procura di Roma ha chiuso le indagini sul dissesto dell’Alitalia ed ha notificato a sette tra manager e funzionari in carica tra il 2001 ed il 2007 il relativo avviso che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Bancarotta il reato contestato a tutti.
Tra loro Gianfranco Cimoli, presidente e ad nel periodo maggio 2004-febbrio 2007, e Francesco Mengozzi, ad dal febbraio 2001 al febbraio 2004. A Cimoli sono attribuiti anche due casi di aggiotaggio.
L’avviso di chiusura indagine e’ stato notificato anche a Gabriele Spazzadeschi, gia’ direttore centrale del settore amministrazione e finanza, Pierluigi Ceschia, all’epoca responsabile del settore di finanza straordinaria, Giancarlo Zeni e Leopoldo Conforti, funzionari, e Gennaro Tocci, gia’ responsabile del settore acquisti e gestione Asset Flotta. A depositare gli atti sono stati i pm Francesca Loy e Stefano Pesci, coordinati dal procuratore aggiunto Nello Rossi.
L’accusa di bancarotta, a seconda dei casi dissipativa e distrattiva, e’ contestata – si legge nel capo di imputazione – agli indagati con riferimento alla ”dissipazione di beni aziendali, cosi’ cagionando ingentissimi danni patrimoniali, con pregiudizio per i creditori e gli obbligazionisti”. E cio’ ”attraverso le attivita’ ed operazioni abnormi sotto il profilo economico, in se’ gravosissime per una impresa in situazione di costanti difficolta’ economiche e finanziarie, e dissipative delle risorse pubbliche e private amministrate perche’ incidenti in maniera estremamente rilevante sul patrimonio sociale pur essendo inesistente la prospettiva di vantaggi per la societa”’.
A Cimoli si contestano anche due episodi di aggiotaggio riconducibili alle notizie da lui fornite al mercato in relazione alla creazione di due gruppi, Alitalia Fly e Alitalia Servizi, e in relazione all’interesse della compagnia di bandiera di acquisire la societa’ ”Volare”.