Il settantacinque per cento dei cartelli installati dall’ Alpenverein, la principale associazione alpinistica austriaca, lungo i sentieri di montagna in Alto Adige, è illegale. Per questo 3 su 4 hanno subito una cancellazione arbitraria del toponimo ufficiale in lingua italiana.
È il primo risultato ufficiale del lavoro di verifica affidato dalla procura della Repubblica ai carabinieri e alla Forestale, che hanno consegnato la scorsa settimana il rapporto finale al procuratore Guido Rispoli.
L’indagine avviata dalla magistratura si è basata su una valutazione dei cartelli dei sentieri di montagna su presupposti esclusivamente giuridici. Si è fatto riferimento alle disposizioni statutarie in materia di toponomastica e bilinguismo, ed in particolare, ai toponimi e microtoponimi italiani dotati del requisito di “ufficialità ”.
All’inizio dell’inchiesta la Procura aveva dato agli agenti della Digos la disposizione di acquisire a Firenze tutta la documentazione in possesso dell’istituto geografico militare, con l’obiettivo dichiarato di verificare l’esistenza di una toponomastica e microtoponomastica ufficiale italiana in Alto Adige. Solo successivamente, carte alla mano, sono stati effettuati gli accertamenti su tutti i sentieri mobilitando le forze dell’ordine.
A questo punto è probabile che il procuratore inizi a verificare la posizione e la responsabilità dell’amministrazione provinciale e dell’ Alpenverein, partendo dall’acquisizione di tutta la documentazione relativa al “Progetto sentieri Alto Adige”, finanziato dalla Provincia autonoma, dallo Stato e dall’ Unione Europea.
La magistratura verificherà come sono stati spesi questi soldi a disposizione, soprattutto in relazione alla realizzazione dei nuovi cartelli solo in lingua tedesca.
Molte anche le richieste che arrivano dai partiti italiani per ripristinare la legalità . «Se l’Alpenverein ha sbagliato, si facciano rispettare le norme. La questione non può essere affrontata dal punto di vista etnico ma con il buon senso», ha dichiarato Antonio Frena, segretario provinciale del Partito Democratico.
Il Popolo delle Libertà è invece sul piede di guerra e si è detto pronto ad usare l’arma dell’ ostruzionismo se non «verrà ripristinata la legalità sui sentieri altoatesini».
* Scuola di Giornalismo Luiss
