ROMA – Ama, la municipalizzata laziale dei rifiuti non finisce di stupire per l’ormai ricca collezioni di scandali, un vero romanzo criminale: ultimi arrivati due video choc (guarda qui le immagini) che immortalano un addetto mentre sniffa cocaina sul posto di lavoro, l’altro che inquadra altri due mentre staccano con un frullino da un motore componenti di rame da rivendere al mercato nero. All’Acea, intanto, l’azienda ha reintegrato al proprio posto quei due dirigenti assenteisti che timbravano la mattina per poi andarsene tranquillamente nella concessionaria a vendere automobili, facendosi peraltro rimborsare dall’azienda stessa la benzina consumata durante i quotidiani spostamenti dall’azienda stessa. Ama e Acea, rifiuti ed energia. Sarà solo un caso che ieri il ministro Giarda abbia accusato la Regione di non vigilare e quello della Salute Clini abbia tuonato: “E’ inaccettabile che i cittadini di Napoli e Roma debbano pagare il prezzo del conferimento dei rifiuti in Olanda e in Germania e consentono di generare elettricità e calore per i cittadini tedeschi e olandesi. Questo è ridicolo”.
Già ridicolo. Ma è davvero difficile e scorretto stabilire nessi di causalità tra l’emergenza rifiuti permanente, le bollette elettriche impazzite e la gestione delle multiutilities sotto accusa? In principio c’è la politica, non quella della democratica rappresentanza degli interessi e del buon governo. No, al principio ci sono spartizioni, lottizzazioni, il bene pubblico come enorme agenzia di collocamento appaltata ai partiti.
Parentopoli si chiama il vizio d’origine. Prendiamo l’Acea. Due dirigenti, non due assunti di basso livello, trascorrevano le giornate nella concessionaria di famiglia invece che dirigere il lavoro per cui erano pagati. Questo dicono le foto scattate dai vigili urbani ai due doppio/lavoristi. Questo dice l’accusa della Procura che ha avviato l’inchiesta. Dicono di più le perquisizioni dentro l’Acea: nel fascicolo personale del responsabile della sicurezza, una laurea in Scienza dell’investigazione, presumibilmente falsa, in quanto rilasciata da una università americana. Secondo i riscontri effettuati dagli investigatori tramite l’ambasciata, l’università non risulterebbe nemmeno censita.
All’Ama il catalogo è ancora più corposo: le superpromozioni di 11 sindacalisti con presunta riunione con il sindaco per decidere le gratifiche, il sabotaggio all’impianto di Rocca Cencia (quello della coca e dei furti di rame), i 160 mila euro versati da Ama per un dopolavoro al centro sportivo Vigne Nuove mai aperto. Parentopoli 1 e 2 riguardano entrambe le municipalizzate.