Nell’udienza del 20 gennaio, al termine delle repliche, Crini ha fatto mettere a verbale di richiedere ”all’esito di un’eventuale pronuncia di condanna che la Corte accompagni la stessa con l’applicazione di una misura cautelare” per entrambi gli imputati ”idonea ad assicurare l’esecuzione della sentenza una volta che sia definitiva”. Prima della richiesta Crini ha ricordato che Amanda Knox vive negli Stati Uniti e che Raffaele Sollecito ha compiuto diversi viaggi all’estero.
Va detto che la Knox, abitando negli Stati Uniti, rischia poco. Mentre per Sollecito, che risiede nel nostro paese, l’eventuale condanna potrebbe comportare il divieto d’espatrio, con il ritiro del passaporto, o anche l’arresto. ”Ho chiesto – ha spiegato il pg in una pausa dell’udienza – che la misura sia idonea ad assicurare l’esecuzione dell’eventuale condanna. La forma la sceglierà la Corte, potrebbe anche essere un semplice divieto d’espatrio”. A chi gli chiedeva se avrebbe potuto esplicitamente chiedere l’arresto, Crini ha risposto: ”Avrei potuto, ma ricordiamoci che dopo l’appello ci sarà il vaglio successivo della Cassazione”.