La Procura di Milano ha aperto un’inchiesta su una decina di episodi di morti per mesotelioma, che hanno riguardato persone che lavoravano in aziende milanesi a stretto contatto con l’amianto. Sul tavolo del pm Maurizio Ascione sono arrivate, negli scorsi mesi, a quanto si è appreso, le denunce dei familiari di 10 persone decedute forse a causa dell’amianto respirato nei luoghi di lavoro prima del ’92, quando la legge che mise al bando l’amianto non era ancora entrata in vigore.
Il pm ha aperto diversi fascicoli di inchiesta, riguardo alle morti sospette, per accertare se nelle aziende (sarebbero cinque quelle coinvolte) siano state rispettate le condizioni di sicurezza per il lavoro con l’amianto, che comunque erano previste da alcune leggi anche prima del ’92.
Il pm ha disposto anche, nell’ ambito dei diversi fascicoli aperti, una serie di consulenze medico-legali per accertare il nesso causale tra la morte per mesotelioma (una forma tumorale) e l’esposizione all’amianto. La malattia, secondo le ricerche scientifiche, è strettamente legata al fatto di aver respirato fibre di amianto, anche in quantità modeste e in un periodo limitato, ed ha una latenza molto lunga e, quindi, si può manifestare anche a distanza di trenta o quarant’anni.
Le morti sospette al vaglio della Procura, a quanto si è appreso, si sarebbero verificate negli ultimi anni. Sono in corso anche accertamenti ‘epidemiologici’ per capire se nei quartieri dove si trovano le aziende al centro dell’ inchiesta ci sia stata un’incidenza maggiore, rispetto alle statistiche, di forme tumorali e di mesoteliomi.
Al momento non ci sono persone iscritte nel registro degli indagati e gli inquirenti sono in attesa del deposito delle consulenze medico-legali. Le indagini puntano a verificare soprattutto se nei luoghi di lavoro siano state rispettate le condizioni di sicurezza. Sin dagli anni ’50, infatti, erano in vigore leggi che stabilivano, ad esempio, che i lavoratori a contatto con l’amianto dovessero indossare mascherine protettive.