Roma Anagnina, infermiera uccisa con un pugno. Il marito senza soldi

ROMA, 24 NOV – ”Da quando mia moglie e’ morta, non lavoro piu’ per stare accanto al bambino, che ha 4 anni. Non ho un soldo e non posso permettermi di comprargli neppure un giocattolo”.

E’ quanto dichiarato oggi in aula da Adrian, marito di Maricica Haiaianu, l’infermiera morta nell’ottobre del 2010 dopo essere stata colpita da un pugno sferrato da Alessio Burtone al termine di una lite scoppiata alla stazione della metro Anagnina, a Roma..

”Mia moglie faceva l’infermiera – ha spiegato ai giudici della I corte d’Assise di Roma – lo faceva con passione, amava stare al servizio di chi aveva bisogno, e portava a casa almeno 1700 euro. Io lavoravo come fabbro ma ora sono disoccupato”.

La corte, che sta processando il ragazzo per il reato di omicidio preterintenzionale, ha ascoltato anche alcune persone che, prima che il caso Maricica finisse su tutti i giornali, hanno avuto che a fare con Burtone. Il primo e’ stato Gianluca Pensa, coinvolto in un episodio nel giugno del 2010. ”Mentre attraversavo le strisce pedonali sulla Tuscolana – ha detto – mi accorgo che un’auto, in retromarcia, stava per investirmi. Mi sono limitato a dire a chi stava al volante di fare attenzione e quello mi ha mandato a quel paese. Quando pensavo che la cosa fosse finita li’, mi sono sentire battere sulla spalle e, giratomi, mi e’ arrivato un cazzotto sulla bocca. Poi sono arrivate due vigilesse che, per avermi prestato soccorso, si son viste accerchiate da una decina di amici di Burtone che non volevano che l’episodio finisse in querela”.

Su questo episodio Burtone ha voluto fare una dichiarazione spontanea per precisare che il diverbio e’ degenerato ”perche’ Pensa mi aveva preso a calci la macchina e rivolto alcune parolacce”. Il 6 gennaio scorso, invece, e’ stata una signora peruviana, la cui figlia frequentava Burtone e la sua comitiva di amici, ad aver rimediato dall’imputato un pugno in faccia e calci sulle gambe per una banale lite: ”Anche mio marito e’ stato insultato e per un pelo non veniva raggiunto alla testa da una spranga lanciata da questo ragazzo”. La donna ha poi annunciato in aula di essere intenzionata a ritirare la querela. Prossima udienza il 15 dicembre quando saranno sentiti altri due testi del pm.

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