RAGUSA – Andrea Loris Stival non ha subito violenze sessuali né il giorno in cui è stato ucciso né precedentemente. Lo hanno stabilito le prime perizie medico legali che, in via preliminari, sono state già consegnate alla Procura di Ragusa. La notizia è stata confermata da fonti attive nell’inchiesta.
Intanto, venerdì, è stato confermato l’arresto di Veronica Panarello, la mamma di Loris. Una “ricostruzione compatibile”, con l’auto di Veronica che “passa per due volte nella strada del Mulino Vecchio”, nella zona dove è poi trovato il corpo di Loris.
Ma soprattutto “non si è trovata dove ha detto di essere, risultando altrove”. Sono le presunte ‘bugie’ di Veronica Panarello a convincere il Gip di Ragusa, Claudio Maggioni, a convalidare il fermo e ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per la mamma del bambino di 8 anni ucciso il 29 novembre scorso a Santa Croce Camerina. L’avrebbe strangolato con fascette di plastica e poi avrebbe buttato il corpo nel canalone accanto al Mulino Vecchio.
Un passaggio, nella zona del luogo del ritrovamento, che lei ha sempre smentito, quella sulla strada poderale che lo fiancheggia. Ma che nell’ordinanza ‘raddoppia’: sono due i momenti in cui le telecamere di un’area di servizio e di un’azienda privata la inquadrano. La prima volta, intorno alle 08:30 e la seconda tra le 09:25 e le 09:36.
In questa seconda ripresa manca 6 minuti dalle telecamere: un ‘buco’ video e temporale che, secondo i magistrati, potrebbe stato utile a andare nel canalone, gettare il corpo del figlio e andare via.
Si sgonfia invece il ‘giallo’ del cellulare segreto che Veronica avrebbe confessato alla sorella Antonella, dopo il delitto, di avere nascosto. Era in uso a un’amica 30enne alla quale la mamma di Loris lo aveva prestato, perché il suo si era rotto. E’ la stessa 30enne a rivelare che nello smartphone “c’erano foto e video di Loris, e tutte le cose di cui una mamma è orgogliosa”.
L’apparato, consegnato a polizia e carabinieri, è stato già controllato e non è risultato contenere elementi utili alle indagini. Il delitto resta con temi ancora sospesi: primo tra tutti il movente. Incertezze che, forse, possono essere spiegate con la personalità della donna e il suo passato, tra delusioni affettive e tentativi di suicidi per chiedere attenzione. Ipotesi, ovviamente. Ma i magistrati vogliono fare chiarezza fino in fondo. Anche venerdì, nel giorno dell’attesa della decisione del Gip, la Procura ha coordinato indagini e incontri investigativi, perché, spiegano, “l’inchiesta non si ferma con la decisione del Gip”.