Svolta nelle indagini sull’agguato di mafia che ieri ha seminato il panico a Catania. Nella notte la polizia ha arrestato il sicario che ha sparato tra la folla davanti a una delle sedi dell’universitĂ , ferendo gravemente Laura Salafia, una studentessa di 34 anni. L’uomo si chiama Andrea Rizzotti, impiegato comunale di 54 anni, incensurato, e avrebbe confessato di essere l’autore della sparatoria. Nell’agguato è rimasto coinvolto anche Maurizio Gravino, presunto mafioso di 40 anni, vero obiettivo della sparatoria.
”E’ una notizia bellissima”. Così Antonio Guarino, fidanzato di Laura ha accolto la notizia dell’arresto del sicario. ”Ha anche confessato? Allora – ha aggiunto – il processo non lo devono fare in un’aula del Palazzo di giustizia ma in piazza e i giurati devono essere giovani studenti universitari….”.
Rizzotti, che lavora anche in un’area di servizio vicino a piazza Dante, avrebbe detto di avere agito per legittima difesa e perchĂ© stanco degli insulti subiti quotidianamente. Secondo quanto ha ricostruito, Gravino che aveva avuto una relazione con una sua parente passava tutti i giorni davanti al distributore di carburanti insultandolo sempre allo stesso modo: mostrandogli il mignolo e l’indice a mo’ di ‘corna’. Ieri l’episodio si sarebbe ripetuto e Rizzotti, al culmine dell’ennesima lite, avrebbe visto Gravino estrarre una pistola e avrebbe sparato diversi colpi perchĂ© provocato e infuriato. L’uomo si era nascosto in una sua villetta al mare, ma saputo che la polizia era stata a casa sua per delle perquisizioni ha deciso di costituirsi, consegnandosi alla squadra mobile.
L’uomo è stato arrestato in una villetta a Ippocampo di mare, un villaggio marinaro alla periferia sud di Catania. I suoi vestiti sono stati trovati lavati per evitare di trovare tracce della sparatoria. Alla sua identificazione la squadra mobile e’ arrivata grazie alle testimonianze raccolte, alla visione delle immagini di telecamere di sicurezza di esercizi della zona, ma soprattutto a indagini ‘tradizionali’ con numerosi interrogatori.
”La dinamica e la ricostruzione fatta dalla polizia e dallo stesso indagato portano a escludere il movente di mafia nella sparatoria di ieri a piazza Dante”. Lo ha affermato il sostituto procuratore della Direzione distrettuale antimafia di Catania, Pasquale Pacifico, titolare dell’inchiesta. ”Tutto lascia fare pensare – spiega il pubblico ministero Pacifico – che dietro alla sparatoria ci siano forti rancori e contrasti personali durati nel tempo”. Non hanno dubbi neppure alla squadra mobile della Questura da dove si conferma ”l’estraneitĂ della mafia nella tragica vicenda”. L’ipotesi dell’agguato era stata fatta da magistrati per la personalitĂ di Maurizio Gravino, ritenuto elemento vicino al clan Zuccaro, una delle ‘frange’ maggiormente attive della cosca Santapaola. Un figlio di Andrea Rizzotti, l’uomo arrestato e reo confesso della sparatoria, Francesco, è stato arrestato in passato nell’ambito dell’operazione antimafia Revenge. Ma il padre, secondo gli investigatori, è un ”incensurato estraneo a ambienti criminali”.
