Angelo Sindoni, prof col cv gonfiato chiamato a selezionare aspiranti colleghi

Angelo Sindoni, il prof col cv gonfiato chiamato a selezionare aspiranti colleghi

MESSINA – Angelo Sindoni, ordinario di Storia Moderna all’Università di Messina dal 1986, è uno dei supercommissari scelti dal Ministero per selezionare aspiranti prof di Storia in tutta Italia. Ma lo scorso febbraio Sindoni è balzato agli onori delle cronache perché accusato di aver gonfiato il proprio curriculum proprio per conquistarsi un posto in Commissione. Sindoni è uno dei cinque giudici nazionali chiamati a valutare mille aspiranti professori di Storia Moderna: lo scorso 25 febbraio Francesco Margiocco, dalle colonne del Secolo XIX, fece notare alcuni titoli fantasma scorrendo la lunga lista di pubblicazioni del prof messinese. Oggi Gian Antonio Stella torna a puntare la lente di ingrandimento su quel cv più gonfio del dovuto: 53 pubblicazioni principali più altre cinque sotto la voce “altre pubblicazioni”. Scrive Stella che Sindoni avrebbe

annotato nel documento perfino il numero Isbn (International Standard Book Number) cioè il codice di 13 cifre usato internazionalmente per classificare i libri e rintracciarli poi nelle varie biblioteche. Un banale errore dovuto a un eccesso di vanità? Dura da sostenere: l’inserimento di quei codici isbn attribuiti all’editore Rubbettino dimostra infatti una malizia difficile da spiegare con una leggerezza causata dalla vanagloria.

Si tratta, nel dettaglio, di tre pubblicazioni, edite da Rubbettino nel 2010, ma che non figurano nel catalogo dell’editore. Quello che Stella si domanda a distanza di mesi è che cosa sia accaduto poi al prof col curriculum taroccato. E la scoperta è ancor più disarmante: la faccenda finisce nelle mani dell‘Anvur, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, che dopo aver appurato l’inesistenza di quei titoli decide di lasciare le cose come stanno

perché, in fondo in fondo, i titoli portati da Angelo Sindoni a sostegno della propria candidatura sarebbero stati sufficienti anche senza quelle pubblicazioni fantasma. Risultato: sulla pagina web del ministero dove si elencavano gli aspiranti commissari tra i quali furono sorteggiati i 5 della commissione di Storia Moderna (http://abilitazione.miur.it/public/commissariEleggibili.php?settore=11/A2) il nome del professor Sindoni è seguito da un asterisco che in fondo alla pagina spiega: “Il presente curriculum vitae è stato rettificato in base alla nota direttoriale n.12976 del 3 giugno 2013”. Infatti ora è diverso da quello originale. La data è la stessa: ore 19.19 del 28 agosto 2012. Ma i documenti no: nel primo, l’originale taroccato, Sindoni si vanta d’aver all’attivo 53 pubblicazioni principali più altre 5 sotto la voce “altre pubblicazioni”. Nel secondo, le une e le altre scendono rispettivamente a 47 e a 5.

Senza voler entrare nel merito delle valutazioni, Stella si domanda retorico:

era davvero il caso, eticamente e politicamente, di imporre agli aspiranti docenti di Storia moderna di farsi esaminare da un professore che si è fatto beccare con le dita nella marmellata?

E si rivolge direttamente al ministro dell’Istruzione

Cosa ne pensa il ministro Maria Chiara Carrozza che faceva il rettore al Sant’Anna di Pisa dove i curriculum sono una cosa seria?

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Daniela Lauria