Dopo l’omicidio di Giovanni Falcone vi sarebbe stata una trattativa tra lo Stato e la mafia. E il giudice Paolo Borsellino ne sarebbe stato a conoscenza. È quanto sostiene ad “Annozero” Claudio Martelli, ex Guardasigilli del governo Andreotti e ministro di Grazia e Giustizia nel 1992.
«Mi fu comunicato dal direttore degli Affari penali del ministero, Liliana Ferraro, che era venuta a trovarla l’allora capitano Giuseppe De Donno, che l’aveva informata che Vito Ciancimino aveva volontà di collaborare». Si tratta di colloqui che lo stesso De Donno aveva già cominciato con l’ex sindaco di Palermo. Sandro Ruotolo riferisce poi che, secondo Martelli, Borsellino fu avvertito direttamente dalla Ferraro della volontà di Ciancimino di trattare.
Ciancimino riferisce quanto gli avrebbe detto il padre, sui presunti rapporti con la mafia. Interviene Ghedini: «La corte d’Appello di Palermo ritiene le dichiarazioni di Ciancimino su Dell’Utri contraddittorie». Ciancimino rivela inoltre di avere documenti dai quali si deduce che il padre Vito avrebbe chiesto, all’epoca, di incontrare l’ex pm. Perché? Risponde Di Pietro: «Non lo so, ora lo vengo a sapere. Io per un periodo fui pure fatto espatriare in Costarica, con il nome falso di Marco Canale».