Reclutavano ragazze con annunci del tipo “Cercasi baby sitter”, ma coloro che rispondevano alle inserzioni venivano condotte in un appartamento, segregate e picchiate e obbligate a prostituirsi. Per questa ragione sono finite in prigione, 17 persone (14 cinesi e 3 italiani) arrestate in una serie di operazioni tra Firenze, Pordenone, Varese e Rapallo.
L’indagine della polizia è partita dalla denuncia di una ragazza di 33 anni, irregolare, che dopo aver perso il lavoro in una fabbrica ha risposto all’annuncio inserito su riviste in lingua cinese pubblicate in Italia. All’appuntamento, però, la ragazza è stata sequestrata e costretta a prostituirsi. In altri casi, secondo gli inquirenti, l’organizzazione riusciva a reclutare anche ragazze ‘volontarie’.
A capo della banda c’erano due donne, entrambe cinesi, operative sulle città di Firenze e Pordenone, ribattezzate dai componenti ‘Lisa’ e ‘Piccola zia’. Erano loro a rispondere alle telefonate dei clienti e a indirizzarli nei vari appartamenti dove le ragazze erano disponibili a prestazioni sessuali a un prezzo che variava da 50 fino a 150 euro, se non veniva usato il preservativo. Ogni casa d’appuntamenti fruttava all’organizzazione 20000 euro al mese. Soldi che venivano spediti in Cina, oppure utilizzati per acquistare beni di lusso.
Durante le perquisizioni, banconote e profilattici sono stati scovati nei battiscopa e nelle bottiglie di latte in frigorifero. L’associazione a delinquere, finalizzata allo sfruttamento della prostituzione e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è stata contestata anche a tre italiani, anch’essi finiti in manette. Due di loro, un milanese di 69 anni e un ssessantenne di Pordenone, avrebbero cercato appartamenti da destinare ad alcova mentre un terzo, un portiere d’albergo di 38 anni di Siena, avrebbe utilizzato l’identità ‘clonata’ di un cliente dell’hotel per intestare utenze e contratti degli alloggi delle prostitute.
Tra gli indagati figurano anche alcuni clienti compreso un professore fiorentino, frequentatore assiduo degli appartamenti, che si sarebbe prestato a ‘testare’ le nuove arrivate, per poi riportare alle due ‘cape’ le sue impressioni. Il questore di Firenze, Francesco Tagliente, si è complimentato per il lavoro svolto dalla sezione buoncostume della squadra mobile. L’indagine è infatti durata 14 mesi, sono state ascoltate oltre 200000 intercettazioni, molte delle quali in lingua cinese.