Arrestato l’assassino di Anselmo Campa. Poche ore prima di essere fermato dai Carabinieri si era presentato a casa dell’ex moglie di Anselmo Campa.
Anselmo Campa: arrestato l’ex fidanzato della figlia
Sì, proprio dell’imprenditore di 56 anni che aveva ucciso martedì sera nella sua casa di Grumello del Monte. L’ex fidanzato della figlia si era presentato per porgere alla signora e agli altri familiari le condoglianze.
E’ finito in manette la mattina del 24 aprile con l’accusa di aver ammazzato a martellate in testa il padre della sua ex fidanzata, Federica Campa.
Era passata a casa per le condoglianze
Soltanto poche ore prima, come ha raccontato il sindaco di Grumello del Monte, Simona Gregis, aveva avuto il coraggio di andare dall’ex moglie di Campa, Sara Belotti, che vive a Grumello ma in una casa diversa da quella teatro del delitto, per dimostrarle la sua vicinanza.
Forse un modo per allontanare da sé ogni genere di sospetto. I carabinieri di Bergamo ne avevano però accumulati già abbastanza su di lui: interrogato, alla fine ha confessato.
L’ex fidanzato della figlia maggiore della vittima è stato fermato all’alba dai carabinieri di Bergamo. 22 anni, nato a Bergamo da genitori di origini marocchine, incensurato.
L’aggressione a causa dell’auto della figlia non restituita
Avrebbe aggredito il padre dell’ex fidanzata Federica al culmine di una lite, pare l’ennesima, scoppiata per alcuni dissidi tra i due e in particolare per l’utilizzo da parte del ventiduenne di un’auto, una Renault Clio.
L’aveva comprata lo stesso Campa aveva comprato e dato alla figlia maggiore e al ragazzo, quando stavano ancora assieme. L’ex della figlia aveva continuato a utilizzare anche in seguito, benché l’imprenditore volesse venderla a un conoscente.
Attualmente la figlia maggiore si trova tra l’altro all’estero, dove lavora come animatrice da tre mesi. Dopo un’iniziale approfondimento sulla pista di un furto degenerato, gli inquirenti si sono concentrati sui familiari di Campa e hanno ricostruito gli spostamenti dell’ex della figlia.
Interrogato, si è contraddetto e alla fine è crollato, confessando l’omicidio ai carabinieri e al sostituto procuratore Maria Esposito. Ha fatto anche trovare l’arma del delitto, un martello che aveva nascosto in in un bosco vicino al fiume Oglio. E gli abiti, ancora insanguinati, che indossava al momento dell’omicidio. Non solo: recuperati sul luogo di lavoro anche il portafogli di Campa e le chiavi della sua auto.