ROMA – Tutto pronto per la riapertura della base italiana ‘Mario Zucchelli’ in Antartide, e il 28 ottobre prenderà il via ufficialmente la 31esima spedizione antartica. La missione, possibile grazie alla collaborazione di Enea e Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), permetterà di sfruttare per qualche mese questa postazione privilegiata per una grande varietà di studi, dai cambiamenti climatici fino allo sviluppo di nuove cure mediche.
“Proprio martedi sono partiti i primi tecnici verso la Nuova Zelanda e il 28 ottobre è programmato il loro arrivo alla base Zucchelli”, ha spiegato Vincenzo Cincorti, responsabile di Enea per l’Attuazione delle Spedizioni in Antartide e ricerca in aree polari a margine della conferenza nazionale sulla ricerca in Antartide che si è svolta all’Accademia Nazionale dei Lincei.
La prima tappa sarà quella di riattivare tutti i sistemi della base e la pista di atterraggio per accogliere il 28 ottobre il resto della squadra di ricercatori e tecnici, circa 210 persone, che resteranno nella base fino al 13 febbraio. Il 3 novembre una parte della squadra raggiungerà la Stazione italo-francese Concordia, che si trova all’interno del territorio Antartico a 3.300 metri di altezza, dove un piccolo gruppo di tecnici è rimasto anche durante l’inverno.
La Spedizione, finanziata con 22 milioni di euro, si colloca nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (Pnra), finanziato secondo gli indirizzi strategici della Commissione Scientifica Nazionale per l’Antartide (Csna). “La presenza in Antartide è fondamentale per monitorare i cambiamenti climatici, i poli sono infatti i ‘termostati’ che regolano il clima di tutto il pianeta”, ha spiegato Enrico Brugnoli, direttore del Dipartimento terra ambiente (Dta) del Cnr. “Si tratta di un ambiente unico per la ricerca che ha permesso, e continuerà, non solo di comprendere meglio i problemi climatici ma anche lo sviluppo di molte nuove tecnologie e farmaci”.