Antonio Ingrosso ucciso a martellate, a Maria Grazia Greco pena ridotta: 17 anni

BRINDISI – I giudici della Corte d’Assise d’Appello di Lecce hanno condannato a 17 anni di reclusione, riducendo di tre anni la pena inflitta in primo grado, Maria Grazia Greco, 48 anni, la donna che il 7 gennaio del 2011 nel corso di un litigio uccise a martellate il marito, Antonio Ingrosso, un fabbro di 46 anni di Torchiarolo (Brindisi).

Il cadavere dell’uomo venne trovato dopo due giorni dai fatti nelle campagne di Casalabate (Lecce): il corpo fu smembrato con una motosega e bruciato. Il pg aveva chiesto la conferma della sentenza disposta al termine del giudizio con rito abbreviato, ma la Corte le ha riconosciuto le attenuanti generiche, tenuto conto anche della condotta della donna, difesa dall’avvocato Ladislao Massari dopo la confessione e l’arresto e del risarcimento del danno già riconosciuto dalla stessa ai fratelli della vittima, costituitisi parte civile, risarcimento che ha comportato per la donna la rinuncia a tutte le sue proprietà, inclusa l’abitazione in cui avvenne il delitto.

Quanto al movente, non e’ stata accolta la richiesta del legale, che riteneva che le violenze subite da Maria Grazia Greco andassero intese come ‘provocazioni’ tali da comportare un ulteriore sconto di pena. Il 7 gennaio del 2011 la donna nel corso di un litigio colpì con un martello, almeno quattro volte, il marito.

Subito dopo giunse la figlia della coppia, che fu indagata e poi imputata per occultamento di cadavere, e infine assolta. Aveva invece patteggiato il padre della 48enne che l’avrebbe poi aiutata a occultare il cadavere nelle campagne di Casalabate.

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