ROMA – Quella degli appalti di Bari ''e' una storia italiana, non locale. Bari ci mette in piu' quel tratto di esibizionismo della citta''', le ''cozze pelose'', ma ''oltre questi particolari gustosi ma irrilevanti c'e' la fotografia del livello raggiunto dai conflitti d'interesse, una vicinanza fra politica e affari vissuta ormai come normale, anche dalla 'buona' politica''. Lo afferma in un'intervista a Repubblica Gianrico Carofiglio, scrittore, ex magistrato, senatore del Pd, che frena sull'ipotesi di diventare successore di Vendola: ''Non voglio e non posso essere candidato governatore della Puglia''.
''La presenza eventuale di un illecito penale – precisa – crea ormai un'illusione ottica per la quale si perde di vista l'oggetto vero, la responsabilita' politica''. ''La verita' – prosegue – e' che si sta perdendo un'altra occasione per discutere fra tutti, destra e sinistra, il problema colossale del conflitto d'interessi. Anche adesso che Berlusconi non e' piu' in grado di porre veti e la presenza del governo Monti offre un'occasione straordinaria per riformare la politica''.
Carofiglio spiega di aver ricevuto piu' richieste di candidatura, ''ma – spiega – non sono un amministratore. Sono entrato in parlamento per dare un contributo d'idee. Altro e' un lavoro totalizzante come il governatore di una regione'' e poi sottolinea che il 'non posso' e' riferito al fatto che uno dei due pm dell'inchiesta sul gruppo Degennaro e' sua moglie.