Il trasporto dei mezzi militari nei luoghi di guerra, in Italia, ha un solo padrone: la Saima Avandero. Nonostante le numerose gare indette negli ultimi anni dal ministero della Difesa, infatti, gli appalti vengono sempre vinti dalla stessa società.
Il copione, svelato nelle colonne del Corriere della Sera, è sempre lo stesso: il ministero indice una gara e chiede uno sconto e la Saima, azienda in passato italiana e adesso danese, propone un’offerta irrinunciabile che sbaraglia la concorrenza, arrivando a proporre sconti anche del 36.5%.
Si tratta di offerte che fanno discutere perché il settore del trasporto dei mezzi militari ha dei costi fissi molto alti: spese come carburante, equipaggio, tasse di sorvolo dei vari Paesi, infatti, non possono in alcun modo essere tagliate. Per questo le società concorrenti vogliono vederci chiaro e stanno pensando di rivolgersi alla magistratura.
Nell’ultimo bando, indetto per trasportare mezzi militari in Afghanistan, Alitalia aveva proposto uno sconto del 14%, la milanese Jas dell’11.5 e l’americana Ceva Logistics, in polemica, dello 0.1%. Poi è arrivata la Saima con l’offerta, -36.5% che ha annientato la concorrenza.
La domanda che si fanno gli addetti ai lavori è sempre la stessa: “Come fanno?”. Biagio Bruni, presidente Jas, è polemico, prima ancora che con la società concorrente, col Ministero: «Per fare un’offerta seria avrei avuto bisogno di sapere quanti voli sono richiesti, con quali vettori e su quali rotte. E sono informazioni che il ministero si è rifiutato di fornirci».
L’inghippo, in realtà, sta nel fatto che il bando, molto generico, consente di usare, per il trasporto, qualsiasi tipo di vettore. E Saima, per tagliare i costi, usa voli low cost e pericolosi.
Si tratta degli Ilyushin 76, aerei del Kirghizistan, messi al bando dalla Comunità Europea proprio perchè considerati a rischio. La Saima li avrebbe usati anche in passato: sulla bolla d’accompagnamento della merce, però, figurava un’altra compagnia, la Turkmenistan Airlines mentre il nome Ilyushin 76 compariva solo in un altro documento, il “cargo manifest”.
