
AREZZO – All’inizio credevano che fosse morta dopo esser caduta casa. In realtà una donna, 71 anni, residente a Rosina, nel comune di Chitignano (Arezzo), morta il 5 aprile scorso, sarebbe stata uccisa da una pallottola vagante.
Queste le conclusioni a cui sono giunti gli inquirenti dopo i dubbi sollevati dai medici e poi i risultati dell’autopsia disposta dalla procura. Due gli indagati per omicidio volontario: sono due fratelli, vicini di casa dell’anziana, uno dei quali avrebbe ammesso che mentre puliva una pistola gli sarebbe partito accidentalmente un colpo e scagionato il familiare. Quest’ultimo è stato coinvolto in quanto a sua volta detentore di una pistola.
La donna era deceduta all’ospedale di Arezzo, dove era stata ricoverata, la sera del 5 aprile. I dubbi espressi dai medici sulle ferite della donna avrebbero indotto il pm Marco Dioni a disporre l’autopsia, che due giorni dopo ha confermato i sospetti: l’anziana era stata colpita al cranio da un colpo di pistola. C’è poi voluta un’altra settimana per arrivare al vicino di casa, 34 anni, che è stato sottoposto a perquisizione domiciliare con l’accusa di omicidio volontario. Nell’abitazione è stata trovata la pistola, regolarmente detenuta.
Giovedì poi l’uomo, assistito dal suo avvocato Antonio Bonacci, si è presentato in caserma dai carabinieri per rendere spontanee dichiarazioni, spiegando che stava pulendo l’arma e che non si sarebbe accorto del colpo che aveva attraversato la finestra, colpendo la donna.
Indagato, sempre per omicidio volontario, anche il fratello, in quanto a sua volta possessore di una pistola. Ma il 34enne lo avrebbe difeso spiegando che non era in casa quando era partito il colpo. La difesa spera nella derubricazione del reato in omicidio colposo non appena la dinamica sarà stata chiarita.
