Armi del Kgb, tre magazzini segreti a Roma contro i golpe di destra

Armi del Kgb, tre magazzini segreti a Roma contro i golpe di destra

ROMA – Si chiamavano “Kollo”, “Fossa” e “Bor” ed erano tre magazzini di armi. Tutti e tre a Roma. Tutti e tre allestiti e gestiti dal Kgb, il servizio segreto dell’Unione Sovietica. Le armi, custodite a Roma come in tante altre città italiane e Roma erano pronte all’evenienza: in caso di colpo di Stato di destra sarebbero state a disposizione della reazione dei comunisti italiani.

La verità emerge mezzo secolo dopo grazie ai cosiddetti archivi  Mitrokhin. Si tratta di una enorme documentazione raccolta dall’ex funzionario del Kgb Vasilij Nikitic Mitrokhin. Tutto materiale pubblicato già ad inizio del 2000 ma che ora sta diventando noto al pubblico. Tutto materiale, soprattutto, relativo alle attività illegali del Kgb nei paesi non comunisti.

I tre magazzini, come in un film di spie, erano protetti da vere e proprie trappole. Così soltanto alcuni funzionari addestrati potevano avere accesso alle armi.

Così, sulla Stampa, Vittorio Sabadin racconta il tortuoso percorso del dossier:

Mitrokhin ha offerto nel 1991 la sua documentazione prima all’ambasciata degli Stati Uniti di Riga, in Lettonia, dove non è stato creduto, e poi all’ambasciata inglese, dove è stato subito invitato a fermarsi per un tè. Parte del contenuto dei dossier è stata resa nota in un famoso libro dallo storico Christopher Andrew. Le informazioni sull’Italia sono state consegnate dai servizi inglesi al Sismi tra il 1995 e il 1999, diventando oggetto di una commissione parlamentare. Quasi tutti i depositi di armi italiani sono stati scoperti, dopo qualche iniziale difficoltà di localizzazione dovuta ad un errore nel trasformare le yard in metri.

Published by
Emiliano Condò