ROMA – Mettere la musica a volume alto in auto è reato. Più precisamente, farlo configura il reato di disturbo della quiete pubblica. Lo ha sottolineato la Corte di Cassazione, che ha però stabilito che una volta che il proprietario paga, lo stereo confiscato gli deve essere restituito.
Il caso in specie, spiega il sito Studio Cataldi, è quello di un automobilista siciliano portato in tribunale proprio per aver girato in auto con la musica a tutto volume.
L’uomo si è salvato dalla condanna solo grazie all’oblazione (ovvero alla causa di estinzione del reato limitata alle contravvenzioni) che ha scelto come strada per veder dichiarata l’estinzione del reato con riferimento al quale era stato portato in giudizio.
Ma per riavere il proprio stereo si è dovuto rivolgere alla Corte di Cassazione, che alla fine gli ha dato ragione, come spiegano gli esperti dello Studio Cataldi:
In particolare, chiedendo di essere ammesso all’oblazione, il ricorrente aveva espressamente domandato la restituzione dell’impianto confiscato, stante il proprio stato di incensuratezza, senza però essere accontentato.La Cassazione, invece, ha precisato che, anche a prescindere dalla richiesta, nel caso di specie i provvedimenti ablatori hanno riguardato un bene del quale il ricorrente, all’epoca indagato, aveva sia la proprietà che la materiale disponibilità, mentre il procedimento penale instauratosi a suo carico è stato definito, come visto, con sentenza di estinzione del reato per oblazione.
Non essendo stato condannato, quindi, non gli poteva essere confiscato lo stereo, che di conseguenza gli è stato restituito.
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