NAPOLI – A fine 201o le Asl di Napoli 1 e quella di Salerno erano fra le aziende sanitarie locali più indebitate d’Italia. La Regione Campania decise di commissariarle e metterle nelle mani di due carabinieri: l’ex generale Maurizio Scoppa e il colonnello Maurizio Bortoletti. Scelta vincente, ma a tempo: il 31 luglio 2012 scadrà il mandato dei due militari e la Regione ha deciso di non prorogarlo ulteriormente, dopo il primo rinnovo stabilito a gennaio. Ritorno alla normalità “civile” dall’eccezionalità “militare” o ritorno alle poco civili spese pazze?
A Napoli c’era è c’è l’azienda sanitaria locale più grande d’Italia, la Napoli 1. Quando si è insediato l’ex generale Scoppa, c’erano un miliardo e 300 milioni di debiti consolidati e un disavanzo che nel 2010 era stato di 460 milioni. Sotto la guida del commissario Scoppa sono stati riorganizzati i dipartimenti, combattuti gli sprechi, ristrutturate le procedure amministrative. Risultati: disavanzo ridotto da 460 a 298 milioni, debito consolidato da 1.300 a 900 milioni. I costi per l’acquisto di beni sono calati del 10%, quelli per il servizi del 5%, le spese per il personale del 20%. In un anno la Asl Na1 ha dimezzato le spese legate ai pignoramenti, accelerando i pagamenti ai fornitori, anche chi ha fatturato all’azienda sanitaria napoletano continua a essere pagato in media dopo 10 mesi.
Non solo. Scrive Simone Di Meo sul Sole 24 Ore:
proprio pochi giorni fa, l’Asl Na1 ha firmato accordi transattivi con i creditori per ulteriori 100 milioni di euro. A far sgonfiare le spese anche un’attenta gestione delle strutture e della governance aziendale: addio alla sede del Centro direzionale (1 milione di euro risparmiato ogni anno) e disco verde alla riunificazione degli uffici nelle strutture di proprietà dell’azienda. La riduzione dei dipartimenti amministrativi (passati da 8 a 3) e di quelli sanitari (da 17 a 12, con l’obiettivo di arrivare a 9/10 entro un anno) ha ulteriormente alleggerito il carico debitorio di circa 30 milioni all’anno.
Analoga la vicenda dell’ex colonnello Bortoletti. Quando è arrivato a capo della Asl Salerno, una maxistruttura nata dall’accorpamento di tre Asl ha trovato un miliardo e settecento milioni di euro di debiti consolidati e un disavanzo di cassa di circa 290 milioni. Bortoletti ha lavorato molto sul ritardo nei pagamenti dei fornitori. La media, catastrofica era pagamento dopo 500 giorni dall’emissione della fattura. Questo comportava migliaia di azioni legali che avevano come diretta conseguenza la moltiplicazione esponenziale dei costi per la Asl. A maggio 2011 Bortoletti ha siglato un accordo con Confindustria e le associazioni di categoria in cui ha impegnato l’azienda a pagare i fornitori entro 60-90 giorni. Risultato: contenziosi legali quasi azzerati, cassa liberata dalla zavorra delle spese legali, 168 milioni di euro risparmiati.
Una storia controversa. Da un lato, non consola sapere che per risanare una Asl c’è bisogno di un carabiniere: è una sconfitta della politica e della società civile. Dall’altro se i numeri hanno dato ragione alla gestione commissariale, non si capisce perché non continuare l’opera di risanamento lasciando i commissari al loro posto. In media i direttori generali stanno in sella almeno cinque anni. Bortoletti e Scoppa stanno per essere mandati a casa dopo 18 mesi. La Regione Campania li accompagna alla porta perché hanno fatto il loro tempo o perché tagliare le spese alla sanità toglie “ossigeno” alla politica “sul territorio”? Ai bilanci l’ardua sentenza.