La prima dose di AstraZeneca da ora in avanti sarà riservata solo a chi ha 60 o più anni di età. La decisione ufficiale del Cts è arrivata nel pomeriggio di oggi a seguito della morte per trombosi della 18enne Camilla Canepa avvenuta ieri e prevede che chi ha già ricevuto la prima dose del vaccino anglo-svedese dovrebbe fare il richiamo con un vaccino a mRna, cioè Pfizer o Moderna. L’indicazione non vale per tutti: chi ha più di 60 anni avrà il richiamo sempre con AstraZeneca.
Aggiornamento delle 18,40
E’ questo, in sintesi, il parere del Comitato tecnico scientifico che rimanda ogni decisione alle autorità competenti. Il Cts raccomanda che ciò avvenga per le prossime dosi di vaccinazioni. Speranza però spiega che le indicazioni verranno tradotte in maniera perentoria quindi quanto indicato dal Cts sembra qualcosa di più che una semplice raccomandazione.
Per il Cts in dialogo stretto con Aifa e le altre istituzioni sanitarie del paese è mutato lo scenario: il rapporto tra benefici e potenziali rischi legati a trombosi rare cambia proprio in funzione dell’età ed anche in funzione del mutato scenario. A dirlo è il coordinatore del Cts Franco Locatelli.
“In questa fase noi continueremo ad utilizzare il vaccino AstraZeneca secondo le indicazioni e raccomandazioni del Cts che tradurremo in maniera perentoria per l’utilizzo sui territori”. Queste le parole del ministro della Salute Roberto Speranza a seguito della decisione del Cts.
“La valutazione dei nostri scienziati sarà poi gradualmente aggiornata. Verificheremo l’evoluzione della campagna di vaccinazione nel quadro epidemiologico e anche le opportunità di acquisti rispetto all’iniziativa Europea per la prossima annualità. Ma in questo momento noi continuiamo ad utilizzare il vaccino AstraZeneca nelle modalità che sono indicate dalla raccomandazione del Cts” ha aggiunto Speranza.
La decisione di somministrare Astrazeneca solo agli over 60 “avrà qualche impatto sul piano” vaccinale. “Sono sicuro che fra luglio e agosto riusciremo a mitigare questo impatto”. Il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo, in conferenza stampa, non nasconde i problemi che questa decisione comportano. Figliuolo sottolinea tuttavia che in ogni caso c’è la “sostenibilità logistica” per cambiare il piano.
Sono potenzialmente 7,4 i milioni di italiani sopra i 60 anni che potranno ricevere ancora il vaccino di Astrazeneca alla luce delle nuove indicazioni del Comitato tecnico scientifico. Lo ha spiegato ancora il Commissario per l’emergenza Francesco Figliuolo sottolineando che si tratta di 3,5 milioni di over 60 che devono ancora ricevere la prima dose.
Su questi, ha detto Figliuolo, “dobbiamo continuare sempre e in maniera incalzante a cercare di somministrare” i vaccini . A loro si aggiungo e 3,9 milioni di over 60 che devono invece fare il richiamo.
Ad oggi, ha sottolineato il generale, sono stati vaccinati con una dose il 91,5% degli over 80, l’85% degli appartenenti alla fascia 70-79 e il 76% di coloro che sono nella fascia 60-69. Complessivamente, invece, sono stati superati i 40 milioni di somministrazioni, con il 49% degli italiani raggiunti dalla prima dose.
Le dosi di Astrazeneca che dovessero avanzare, in seguito alle indicazioni del Cts, potrebbero andare ai paesi Covax. L’ipotesi è stata fatta dal Commissario Francesco Figliuolo in conferenza stampa.
Entro fine giugno, ha spiegato, sono attesi 15 milioni di dosi di AstraZeneca: considerando che ci sono potenzialmente 3,5 milioni di over 60 da vaccinare con entrambe le dosi e 3,9 con la seconda, serviranno 10,9 milioni di dosi. “in teoria – ha detto – impiegheremmo quasi tutto il potenziale. E se dovessero rimanere delle dosi saranno credo utilmente impiegate per i paesi Covax, con le prescrizioni sanitarie previste in quei paesi”.