ROMA – Ci potrebbe essere presto un fermo. Perché i sospetti sono consistenti. Gli inquirenti stanno valutando il ruolo che un 68enne di Copertino (Lecce) potrebbe aver avuto nell’attentato alla scuola Morvillo-Falcone di Brindisi. L’uomo sarebbe un benzinaio o qualcuno che lavora nel settore dei carburanti. Gli inquirenti sono arrivati al benzinaio anche grazie al video del chiosco davanti alla scuola in cui compare anche la macchina dell’uomo.
Secondo quanto si apprende il sospettato avrebbe agito per vendetta privata, anche se al momento non c’è una conferma ufficiale. I motivi che avrebbero spinto l’uomo ad agire, sempre secondo quanto si apprende, potrebbero essere legati al preside Angelo Rampino, quando insegnava a Trepuzzi, un altro paese del leccese.
”Non ho nemici e di sicuro non ho come nemico nessun titolare di pompe della benzina”. Lo ha detto a Tgcom24 – riferisce un comunicato di Mediaset – il preside dell’Istituto Morvillo-Falcone di Brindisi, Angelo Rampino. Rampino ”smentisce le indiscrezioni secondo le quali sarebbe stato lui il reale obiettivo dell’attentato. Il preside, infatti – conclude Mediaset – passava in quel punto tutti i giorni alla stessa ora ma, proprio quel tragico sabato, era in ritardo”.
La porta blindata. La trasmissione Chi l’ha visto?, mercoledì sera, ha mandato in onda un’intervista a un dipendente della scuola. Il quale ha raccontato che circa un mese prima dell’attentato il preside ha voluto far installare una porta blindata nel suo ufficio all’interno dell’istituto. L’uomo non ha saputo spiegare il motivo.
L’attentato di Brindisi non è opera né della mafia né degli anarco-insurrezionalisti, specifica il capo della Polizia, Antonio Manganelli, rivelando che il giorno della tragedia “i detenuti della Sacra Corona Unita hanno fatto un telegramma di solidarietà alla famiglia di Melissa: un segnale specifico per dire noi non ci entriamo”. E anche per quanto riguarda la Fai “faccio fatica a immaginare” che sia opera loro un attentato così vigliacco”. “Arriveremo a chi è stato”, ha garantito il capo della Polizia.”Ho sentito molte sciocchezze”, ha proseguito il capo della Polizia nel corso del suo intervento alla Scuola di Polizia interforze, sull’attentato di Brindisi ricordando che la mafia “non è oggi in condizione di porsi in contrasto con lo Stato” né tanto meno si può parlare di Br risorte. “Ci troviamo a fare i conti con un’indagine che deve dare risposte – ha aggiunto – e quando sapremo chi è stato sapremo anche la matrice. E a chi è stato ci arriveremo”. “Noi lavoreremo ancora di più per scoprire i fatti – ha concluso – e fermare gli autori”.
Millequattrocento persone controllate e 32 perquisizioni fatte: questo il bilancio dell’eccezionale servizio di controllo del territorio disposto dal questore di Brindisi, Alfonso Terribile, all’indomani dell’attentato. L’attività – è detto in una nota – è svolta da “decine di equipaggi Volanti della questura supportati da altrettanti equipaggi del Reparto prevenzione crimine Puglia”, oltre cento uomini che, in coordinamento con i reparti investigativi, giornalmente presidiano la provincia di Brindisi. Gli agenti – è precisato – “presenziano all’ingresso e all’uscita degli studenti, monitorano persone e veicoli, osservano, attuano simultaneamente perquisizioni e posti di blocco, eseguono controlli mirati su soggetti di elevata caratura criminale, esercitano pressione su persone orbitanti organizzazioni criminali”. Il servizio ha consentito di denunciare 28 persone per reati contro il patrimonio e la persona e di arrestarne una.
Veronica Capodieci, la studentessa sedicenne rimasta gravemente ferita e dal 24 maggio scorso ricoverata al Centro ustioni di Pisa, è stata sottoposta ieri al terzo intervento chirurgico, anche questo superato bene. E quanto si apprende dal bollettino medico emesso dall’Azienda ospedaliero universitaria pisana. Con l’operazione di oggi, prosegue il bollettino medico, “si spera di ottenere la guarigione della maggior parte delle ferite e a breve, se le condizioni generali lo consentiranno, si avvierà per lei la fase riabilitativa, in attesa di un ultimo trattamento chirurgico di rifinitura”.