ROMA, 20 MAG – ''Non si è trattato di un attentato improvvisato'' e per trovare ''la verita' il luogo da tenere in considerazione è Mesagne''. Lo afferma, intervistato dal Mattino, l'ex sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, ricordando come ''è lì che trent'anni fa è nata la Sacra Corona Unita'', e sempre lì ''pochi giorni fa sono stati arrestati 25 appartenenti alla Scu e due settimane fa è stata fatta saltare in aria l'auto del presidente dell'associazione antiracket''.
In più ''la ragazza morta e quella ferita più gravemente vengono proprio da Mesagne''. Intervistato anche da Libero, Mantovano sottolinea di aver ''avvisato'' il ministro Cancellieri del fatto che la Puglia fosse a ''rischio'', segnalando, lo scorso 8 maggio insieme a una delegazione di esponenti politici brindisini, ''una serie di fatti preoccupanti riconducibili alla criminalita' organizzata locale''.
Pur condividendo l'invito alla cautela, per l'ex sottosegretario ci sono però ''fatti che parlano da soli'', dal nome della scuola alla vicinanza con l'anniversario di Capaci, all'escalation di violenza di Mesagne. E poi c'è ''il ritorno in libertà, per fine pena, di tanti boss condannati un quarto di secolo fa: nella maggior parte dei casi chi e' stato mafioso ricomincia a fare il mafioso e accanto a loro prosperano nuove leve''. In più ci sono ''collaboratori di giustizia'' che in passato hanno contribuito a smantellare la Sacra corona unita, che ''stanno spuntando fuori anche adesso nel corso della seconda versione dell'organizzazione. E se fosse questa una delle spiegazioni all'origine dell'attentato?''. ''Non si puo' escludere'' insomma, secondo Mantovano, l'ipotesi di una 'punizione' perche' qualcuno ha parlato.