Il giovane arrestato per l’attentato alla sede della Lega di Gemonio sarà rilasciato nelle prossime ore: il giudice non ha infatti convalidato il suo arresto al termine dell’udienza di convalida del fermo. Il gip Giuseppe Battarino non ha ritenuto che il materiale sequestrato a casa del ragazzo, col quale sarebbe stato preparato l’attentato, fosse tale da giustificare l’arresto. Polvere nera, inneschi elettrici, biglie, una pistola elettrica: è questo il materiale trovato a casa dell’arrestato. Secondo il giudice bastava una semplice contravvenzione.
Nelle indagini sono coinvolti anche altri due ragazzi, di 26 e 29 anni, che sono stati denunciati. Il giudice però dovrebbe aggravare l’ipotesi di reato dell’episodio, che dovrebbe essere quella di attentato ai diritti politici del cittadino.
Il ragazzo che verrà scarcerato era stato fermato dopo l’attentato che, la notte del 28 dicembre scorso, con due petardi aveva danneggiato la sede della Lega nello stesso paese, in provincia di Varese, dove ha casa Umberto Bossi. Subito si era parlato di pista anarchica: nelle perquisizioni erano spuntati volantini di quest’area politica e nei locali della Lega colpiti dai petardi era comparsa la sigla “Antifa”.
Dopo le denunce e il fermo, la sorpresa: gli autori non sarebbero degli sconosciuti. “Si tratta di figli di leghisti”, aveva detto Umberto Bossi, sostenendo che i ragazzi fossero conosciuti dai suoi figli, oltre che facce note in paese. Il leader della Lega, subito dopo l’attentato, aveva detto che se fosse passato con la sua auto durante l’esplosione, sarebbe successo “un casino”, con il rischio di una sparatoria con la scorta.”Sono i nuovi fascisti” aveva detto a caldo, per aggiungere subito dopo: “Se fossimo andati alle urne, come suggerivo, tutto questo non sarebbe successo”. Ora ”c’è ancora chi si illude di cambiare le cose con la violenza. Vogliono spaventarci”.
Poi lo stesso Bossi ha ridimensionato l’episodio: “La giusta punizione per questi ragazzi non è la prigione. Li faremo venire come punizione a rimettere a posto la sede. Mandarli in galera non serve a niente”.