VENEZIA – Trentaquattro euro in più all’anno per ogni fumatore nel 2011, 77 per il 2012: ecco a quanto ammonterebbe la tassa sul fumo proposta dalla Lega e fatta propria dalle Regioni per evitare i ticket sanitari imposti dalla Manovra. Il calcolo è fatto dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre e si basa su un semplice ragionamento: si calcola quanto il governo prevedeva di guadagnare dall’aumento dei ticket sanitari e si calcola quanto peserà sulle tasche dei tabagisti la cifra che si cerca di ottenere. Insomma, per cercare qualche euro in più si rimesta nel basso e si vanno a cercare gli spicci nelle tasche dei fumatori.
Secondo la Cgia ciascuno degli 11 milioni di fumatori italiani dovrà pagare 34 euro in più quest’anno e 77 l’anno prossimo. Secondo la federazione dei tabaccai, per coprire i costi della manovra l’aumento di un pacchetto di sigarette arriverebbe addirittura a 2 euro. Nel 2011, infatti, il gettito dall’introduzione dei ticket nella sanità dovrà garantire 382 milioni di euro; nel 2012 addirittura 868. ”A fronte delle previsioni di incasso previste dalla manovra correttiva – segnala Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA di Mestre – il procedimento per calcolare gli aumenti che graveranno sui fumatori italiani in sostituzione dei ticket sanitari è stato abbastanza semplice. I 382 milioni di euro previsti per il 2011, sono stati distribuiti sugli 11 milioni di tabagisti italiani che mediamente fumano, secondo i dati dell’Istituto Superiore di Sanità, 13 sigarette al giorno. Questo calcolo ci porta a dire che ogni fumatore si ritroverà con un aumento di 34 euro per il 2011, che corrisponde ad un incremento del prezzo del pacchetto di sigarette di circa 14 centesimi di euro. Stessa cosa – rileva – è stata realizzata per il 2012: gli 868 mld di euro di nuovi incassi previsti, costituiranno un onere medio per ciascun fumatore pari a 77 , che corrisponde ad un aumento del costo delle sigarette di 32 centesimi di a pacchetto”.
C’è da rilevare una questione però: se gli aumenti saranno veramente così consistenti, c’è da scommettere che ci sarà una mancanza di gettito. Non saranno pochi, infatti, i fumatori anche incalliti che di fronte alla prospettiva di pagare ogni pacchetto di sigarette la bellezza di 6 o 7 euro, rivedranno le proprie abitudini. Aumenti del genere andranno a incidere talvolta pesantemente sui bilanci di persone singole e famiglie. In molti, quindi, potrebbero addirittura decidere di smettere di fumare, con un conseguente calo dell’acquisto di tabacchi.
Un problema, questo, che dovrà essere affrontato sul tavolo tra governo e Regioni che stanno ragionando sul da farsi. La proposta originaria, infatti, è del leader leghista Umberto Bossi, ma le Regioni l’hanno fatta propria e stanno spingendo sul governo perché diventi legge. In questi giorni prosegue il confronto tra governo e Regioni su questo argomento: per ora il governo apre ma non si pronuncia. Da parte loro, le Regioni hanno ribadito quanto già affermato nei giorni scorsi. “Il ticket per la sanità è iniquo e non risolve i problemi del Servizio sanitario nazionale. Il governo sembra avere capito questo”, ha ricordato il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani. “Abbiamo fatto una proposta di copertura attraverso le accise tabacchi di pochissimo, ovvero qualche decina di centesimi, che corrisponde alla necessità di tenere ferma la manovra”. Ora, ha avvertito, “ci aspettiamo che il governo comprenda la valenza e la serietà di questa proposta, e nelle prossime ore vedremo la risposta dell’esecutivo”.