
MILANO ā Sono stati condannati a 12 anni di carcere Marco Falchi e Olivia Beatrice Grazioli, genitori di Aurora, la bimba di nove mesi morta di stenti nel febbraio 2015 nella loro casa di Milano. Lo ha deciso la corte dāassise di Milano nel processo che li vedeva accusati di maltrattamenti aggravati dalla conseguente morte.
Marco Falchi e Olivia Beatrice Grazioli non erano presenti in aula durante la sentenza. La piccola Aurora ĆØ morta a soli 9 mesi nella notte tra il 26 e il 27 febbraio dello scorso anno nellāappartamento di via Severoli a Milano dove viveva insieme ai genitori. Come ha ricostruito in aula il pm Cristian Barilli che ha condotto le indagini, Aurora, che era nata sana , ha patito āla fame e la seteā, e negli ultimi istanti di vita ānon aveva neppure la forza di tossireā e di manifestare con āil piantoā il suo malessere. Secondo il pm, i suoi genitori (per loro i loro difensori avevano chiesto la assoluzione) non hanno accudito la piccola e anzi, con le loro ācondotteā, hanno fatto vivere loro figlia in condizioni āinsostenibiliā.
Le perizie legali hanno confermato lo stato di grave indigenza e incuria, con lāautopsia che ha certificato appunto lāassurda, anacronistica morte per fame. Un contesto familiare inidoneo, quindi, ma che, secondo il pm Cristian Barilli, non può e non deve costituire unāattenuante per le gravissime responsabilitĆ dei genitori. La povertĆ non cāentra, dice in sostanza il magistrato, āerano i genitori che volevano essereā. Ed ĆØ per questa scelta esistenziale che la bambina ĆØ morta: ĆØ colpa loro, secondo lāaccusa che aveva chiesto 20 anni per il padre, 16 per la madre.
Pena più alta per il padre, cui deve essere imputato in toto il dolo nel suo comportamento, tanto più che la sera del decesso propose alla moglie una pizza in onore della figlia. Lascia ancor più sgomenti la circostanza per cui, la mattina successiva partƬ un bonifico da 9mila euro per acquistare unāauto nuova. Eā invece la personalitĆ border-line di Olivia Beatrice Grazioli ā descritta come succube del marito ā che ha consigliato al pm la richiesta di una pena più mite per la minore entitĆ del dolo: āEā più ingenua del marito, e, con una espressione che suscita certamente amarezza, ha ammesso che la situazione le ĆØ āsfuggita di manoāā, ha dichiarato il pm. Il giudice invece ha stabilito una pena più mite ma uguale per entrambi. Solo alla pubblicazione delle motivazioni si saprĆ cosa ha guidato questa scelta.