ROMA – Le Autostrade costano di più, e scatta la protesta di leghisti, Forconi e camionisti. Una protesta che parte dalle regioni del Nord ma che potrebbe portare, in questo gennaio di fuoco, al blocco del trasporto in tutta Italia.
Oggi iniziano i leghisti, con presidi nei caselli autostradali del nord. Certo, non sono così tanti da bloccare il traffico, e nemmeno i caselli visto l’utilizzo massiccio del Telepass. Ma la loro presenza in massa all’entrata delle autostrade di certo non sarà senza conseguenze. Sopratutto perché sarà probabilmente solo l’inizio.
La manifestazione principale della Lega si sta svolgendo a Gallarate, lungo la A8 in provincia di Varese, dove sono presenti tra gli altri il segretario Matteo Salvini e il presidente Umberto Bossi. Un centinaio i leghisti che con bandiere e striscioni stanno presidiando le corsie di uscita dell’autostrada: il loro scopo è di presentarsi in auto alla barriera e dichiarare di non voler pagare il pedaggio poiché ”insoddisfatti del servizio”. Il video di Corriere Tv sulla protesta della Lega:
Un luogo anche simbolico, Gallarate, per i leghisti: da queste parti nel 1992 il primo Carroccio con Bossi protestò giorno e notte contro la costruzione della nuova barriera di Cavaria, quella dove oggi i militanti si presenteranno per non pagare. Allora come oggi i lumbard sostengono che sia iniquo il trattamento nei confronti del nord ”mentre al sud non si paga l’autostrada”. ‘Secessione, secessione’ il grido che ha accolto l’arrivo di Salvini e di Bossi.
Sull’onda lunga dei rincari e dei mancati sconti, promessi dal governo ai pendolari ma non ai camionisti, anche il mondo dell’autostrasporto è sul piede di guerra. Le associazioni dei proprietari di Tir, compatti, hanno lanciato diverse richieste di mobilitazione fino a quello che viene chiamato “il fermo selettivo dei camion”, ovvero il blocco del traffico lì dove gli aumenti delle tariffe sono stati più fort, come Veneto e Abruzzo.
Se l’azione di protesta dovesse essere messa in atto, con molta probabilità ai camionisti in sciopero si unirebbero i Forconi, che ha in Veneto il suo avamposto naturale. Stesso appoggio potrebbe arrivare dal Movimento 5 stelle, che da due settimane chiede al governo un elenco con gli investimenti effettuati sulla rete tratta per tratta.