ROMA – Non solo contro le tariffe professionali protesta l'avvocatura, ma per chiedere la riforma della giustizia e della professione forense. Lo sottolinea il presidente dell'Organismo Unitario dell'Avvocatura (Oua), Maurizio de Tilla, ribadendo la netta opposizione a ''una serie di provvedimenti che mortificano il diritto di difesa, il ruolo costituzionale dell'avvocatura e di fatto producono una rottamazione della giustizia''.
''Protestiamo non solo contro l'abrogazione delle tariffe o la presenza dei soci di capitale nelle società professionali, ma almeno per altre sette ragioni:contro l'istituzione del tribunale delle imprese e la contemporanea previsione di una generalizzata chiusura dei cosiddetti "Tribunali minori" e l'accorpamento-eliminazione degli uffici dei giudici di pace; contro la burocratizzazione del processo civile, l'aumento del contributo unificato, la mediaconciliazione obbligatoria, tutti interventi che ostacolano l'accesso del cittadino alla giurisdizione pubblica e universale''; e per ''chiedere il rinvio dell'entrata in vigore delle materie fino ad ora escluse dalla mediazione obbligatoria, condomini e incidenti, in attesa delle decisioni della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea''.
''Escludere la presenza di soci di capitale negli studi professionali, anche se minoritari – rileva inoltre De Tilla- è necessario perchè è in ogni caso causa di palesi conflitti di interesse e di possibili infiltrazioni mafiose. Per tutte queste ragioni dal 15 al 23 marzo sciopereremo''.
