Colf e badanti parlano sempre più italiano: la crisi mette a dura prova le famiglie e le donne riscoprono mestieri che da anni sono ormai appannaggio delle straniere. E così da due anni è raddoppiato il numero delle italiane che seguono corsi per badanti e assistenti familiari.
Casalinghe, pensionate, giovani disoccupate alla ricerca del primo lavoro: un esercito di donne che mette sotto assedio un dominio finora a stragrande maggioranza straniero. Secondo dati Censis la maggior parte delle badanti ĆØ immigrata (71,6%) e proviene dall’Europa dell’Est: Romania (19,4%), Ucraina (10,4%), Polonia (7,7%) e Moldavia (6,2%). Colf e badanti, per l’82,6% donne, sono ben 1 milione 538mila e lavorano in 2 milioni 412mila famiglie italiane. Di loro il 62% lavora in nero o con un’evasione contributiva parziale.
Il profilo della badante italiana ĆØ spesso sempre lo stesso. Secondo Raffaella Maioni, responsabile nazionale delle Acli Colf: “Le badanti italiane sono generalmente di mezz’etĆ , più anziane delle loro colleghe straniere”. Cosa facevano prima? “Tre le tipologie: casalinghe, che si ritrovano in casa un marito disoccupato o in cassa integrazione e hanno bisogno di una nuova entrata per mandare avanti la famiglia; pensionate con pensione minima; disoccupate, che non trovano altro impiego”.
