BARI, 9 SET – Serpenti e animali esotici in parrocchia: e' la inconsueta passione di don Tonio, parroco ad Adelfia nel Barese, che da sette anni, con la collaborazione di alcuni parrocchiani alleva serpenti, boa e pitoni, ma anche scoiattoli giapponesi, camaleonti ed altre bestiole esotiche in una stanza attigua alla canonica.
''Lo confesso – scrive in una lettera pubblicata sul sito di Federfauna – allevo serpenti e non solo, ma cosi', semplicemente perche' ho la passione degli animali e, particolarmente, di animali… strani''. ''Ma prima – rassicura – vengono le mie pecorelle''. ''Credo di essere un caso piu' unico che raro – dice – tanto che tra gli appassionati del settore comincio a diventare famoso''. Don Tonio racconta che la passione gli e' nata da bambino ''ma, come spesso accade – dice – si trattava solo del gatto e del canarino''. Passione mai sopita neanche in seminario ma accantonata quando, a 25 anni, e' stato ordinato sacerdote. ''Per gli impegni legati al ministero – racconta – mi sono 'tranquillizzato' un po': al limite, solo il solito canarino''. Ma poi, racconta ancora, gli e' stata assegnata la parrocchia di Adelfia, dove da 15 anni fa il parroco e dove un amico negoziante gli ha regalato qualche anno fa un pitone reale. ''Avendo constatato che i serpenti non sono poi quegli animali cosi' pericolosi di cui aver paura – dice ancora – e che la loro cura non richiede eccessivo impegno e che tanti, soprattutto i bambini, erano affascinati da queste bestiole (che trovavano da me e non altrove), in una stanza della parrocchia, accanto alle altre dove normalmente si vivono gli appuntamenti soliti per una chiesa, ho allestito due, tre teche o gabbie''. Per farla breve, nel tempo don Tonio ha ospitato: ''un merlo indiano (che durante la Messa parlava), delle rane xenopus laevis, dei topi ballerini, degli scoiattoli giapponesi, una tiliqua, dei camaleonti e i benedetti serpenti: pitoni reali e un moluro albino, dei lampropeltis, tra cui il famoso falso corallo, delle elaphi, dei boa, piu' qualche ospite di passaggio che i contadini del posto mi portavano e che io, dopo un paio di giorni, riportavo in campagna''. ''Che gioia vedere il volto incantato di un bimbo davanti alla teca, e quante foto scattate col cellulare dal papa' mentre il bimbetto ha il serpentello attorno al collo e la mamma urla''.
Insomma, per il parroco, questo e' anche un modo per avvicinare le famiglie alla parrocchia e al mondo degli animali. Unico problema: anche i serpenti mangiano, e per questo e' costretto a tenere nel freezer, invece che gelati o le solite cose, topolini, ratti e quaglie.