BARI – Via Archimede 16, quartiere di Japigia, Bari. Là sorge una palazzina in apparenza come tante. Colore chiaro, otto piani, un discreto stato di manutenzione e conservazione. Ma questa palazzina così anonima ha un triste primato: è la palazzina della morte. Il condominio dei tumori: negli ultimi anni, dal 1990 a oggi, si sono ammalati in 27, 18 sono già morti.
Un record che non può passare inosservato. E non a caso su cosa ci sia in questo condominio che fa ammalare e morire i suoi abitanti si indaga. Si va di sopralluogo in sopralluogo. Quello che manca, 27 anni dopo la prima diagnosi di cancro, è ancora un perché chiaro e incontrovertibile. L’ultimo controllo, solo di qualche giorno fa, esclude una delle piste che erano state battute quella dell’inquinamento elettromagnetico:
“È stata effettuata una ricognizione in un raggio di 300 metri intorno all’edificio ed è stata rilevata la presenza della collina ecologica ex discarica di rifiuti – scrive nella relazione di servizio l’Arpa, ente che si occupa di inquinamento ambientale – A vista e comunque a una distanza maggiore di 300 metri erano visibili impianti radiotrasmittenti ubicati sui lastrici di alcuni palazzi della zona (distanza dall’edificio fra 300 e 500 metri). A tale proposito si specifica che tali impianti, ubicati in via Papalia e in via Toscanini, risultano conosciuti e controllati. A una distanza di circa un chilometro risulta la presenza del depuratore Bari Est, regolarmente controllato negli scarichi, presso il quale è ubicata una torre con impianti radiotrasmittenti, anch’essa conosciuta e controllata. Non sono evidenti all’esterno del fabbricato ulteriori fonti di possibile inquinamento ambientale”.
Non di inquinamento elettromagnetico si tratta. E allora? Allora si cerca ancora e sono previsti altri sopralluoghi. Intanto la gente si continua ad ammalare, anche i giovanissimi: tumore al pancreas, cancro al fegato e allo stomaco, linfoma di Hodgkin, prolattinoma all’ipofisisi sono le diagnosi di alcuni di questi casi.