L’università di Bari, conosciuta anche come “l’Ateneo delle parentele” si è ribellata contro il nepotismo. La facoltà di Medicina ha deciso, a maggioranza, di non assumere come professore associato Maria Luisa Fiorella, figlia di Raffaele Fiorella, storico barone barese e direttore della clinica dove la docente lavora e avrebbe dovuto continuare a insegnare. Lo riporta il quotidiano “La Repubblica”.
Il professor Giovanni Lapadula, ordinario di Reumatologia, spiega: «La misura era colma: bisognava dimostrare che le cose sono cambiate, che la schiena ora è dritta. Per il rispetto al nostro lavoro e a quello dei nostri studenti e pazienti, non potevamo più permetterci un nuovo scandalo».
I professori hanno votato ed è arrivata la sorpresa: 43 voti per la Fiorella, 27 per l’altro docente vincitore del concorso, il bresciano Giorgio Peretti, 33 schede bianche e 6 nulle. Quorum non raggiunto, quindi nessuna assunzione.
Raffaella Fiorella avrebbe rappresentato l’ennesimo caso di padri e figli che lavorano insieme nell’università barese. Per arginare il fenomeno il Rettore, Corrado Petrocelli, primo in Italia aveva voluto e approvato un codice etico che regolamentasse le incompatibilità tra parenti sino al secondo grado, ma era stato già trovato il modo di aggirarlo: a Economia un anno fa era stata assunta la figlia di un professore, dopo che il papà si era trasferito nella sede distaccata di Taranto.