Bari, al processo per mafia gli imputati si prendono a pugni

BARI, 29 GIU – Aggressione in cella durante l’udienza del processo Liberta’ nei confronti di 40 presunti affiliati al clan Strisciuglio di Bari, in corso davanti ai giudici della Corte d’Assise di Bari. Un imputato detenuto, il 41enne Vincenzo Sisto, ha colpito al volto con un pugno il compagno di cella, anche lui imputato, Michele Miccoli, di 32 anni.

Il litigio si e’ verificato durante la testimonianza in aula del pentito Giacomo Valentino, 46 anni, soprannominato ‘lo zio’, boss del clan dopo l’operazione Eclissi del 2006 che porto’ in cella i capi storici dell’organizzazione criminale. L’aggressione tra i due ha costretto la Corte a sospendere l’udienza e rinviare la testimonianza del boss collaboratore di giustizia al 4 luglio prossimo.

Quando in cella e’ nato il litigio, Valentino stava rispondendo da oltre 3 ore alle domande del pm Antimafia Desire’ Digeronimo, ricostruendo le tappe dell’evoluzione del clan, l’espansione nei quartieri e nei paesi limitrofi al capoluogo, dal rione San Paolo a Enziteto, passando per Bitonto e Noicattaro. Valentino ha poi riferito in aula degli omicidi commissionati e commessi in quegli anni per mettere a tacere affiliati ‘chiacchieroni’, per punire ‘traditori’ o, ancora, per affermare la propria autorita’ sul territorio. Ha raccontato della scissione tra le due frange del San Paolo e del Liberta’ dopo l’omicidio di Marino Catacchio nel settembre del 2008. Inizialmente i due gruppi criminali, guidati da Giacomo Valentino uno e dal coimputato Lorenzo Caldarola l’altro, collaboravano fornendo uno all’altro droga, armi e all’occorrenza sicari.

Poi si verifico’ la rottura e la guerra interna con il tentativo fallito, da parte del gruppo del Liberta’, su ordine di Caldarola dal carcere, di uccidere la moglie di Valentino, Angela Raggi, anche lei coinvolta nel blitz e gia’ giudicata con rito abbreviato. Il boss pentito ha anche riferito alla Corte della droga in carcere portata di nascosto ai detenuti durante i colloqui con i familiari.

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Elisa D'Alto