
ROMA – La benzina precipita sotto la soglia di 1,5 euro, per la prima volta dal febbraio 2011. Stando alle rilevazioni del Ministero per lo Sviluppo, che realizza una media tra servito, self e pompe bianche (ovvero quelle senza marca), la verde è a quota 1,472 euro al litro, mentre il gasolio è sceso a 1,387 euro. Dal picco di 1,763 del 14 luglio 2014 la benzina è scesa del 16,5%.
Solo pochi giorni fa le associazioni di consumatori denunciavano che tra il 2008 ed oggi il prezzo del petrolio è crollato ma non quello della benzina. Adusbef e Federconsumatori, in una nota, tornano a denunciare il mancato adeguamento del prezzo dei carburanti anche a causa di quella  che definiscono “l’ottava sorella”, ovvero lo Stato italiano.
“Nel 2008 -si legge nel comunicato- quando i futures delle banche di affari spinsero il prezzo del barile a 147,27 dollari (11 luglio 2008), con il cambio euro/dollari ad 1,58, un litro di benzina costava 1,523 euro, con le tasse (Iva-accise) che incidevano per il 53,7% su benzina; 44,53 % su gasolio attestato a 1,518 euro al litro.  Oggi che il barile è crollato a 47,41 dollari, la benzina venduta in media a 1,587 euro al litro, ha un surplus di 12 centesimi anche per effetto della pressione fiscale aumentata a 64,45%; ben 17 centesimi il gasolio pagato dagli automobilisti a 1,492 euro al litro, con Iva ed accise al 64, 28%,incidendo così sulle tasche dei consumatori per effetto dello Stato ‘ottava sorella’, per ogni pieno di 50 litri, rispettivamente per 6 e 8,5 euro in più, con una spesa maggiorata di 180 e 255 euro per ogni famiglia che consuma 1.500 litri l’anno.   Tale sovrapprezzo ha ricadute pesanti sulle tasche dei cittadini, con un ammontare tra imposte dirette ed indirette (dovute all’impatto del costo dei carburanti sui prezzi dei beni di prima necessità che, nel nostro Paese, sono distribuiti per l’86% su gomma), di 313 euro annui.  Non è tollerabile -concludono i consumatori- questa lentezza nell’adeguamento dei prezzi, che avviene subito al rialzo e quasi mai al ribasso”.
