Il tribunale di Bergamo ha condannato con rito abbreviato un marocchino a tre anni di carcere per maltrattamenti in famiglia. L’uomo, che ha 29 anni, era accusato di aver picchiato la moglie italiana perchè pretendeva che si comportasse secondo i precetti della religione islamica. Il marocchino era stato prima denunciato a piede libero e poi arrestato.
I fatti risalgono al periodo tra aprile e agosto 2008; il rapporto tra i due coniugi – lei è medico internista di un ospedale in provincia di Milano – si era deteriorato subito dopo il matrimonio. L’uomo ha iniziato a maltrattare la consorte, dimostrandosi sempre più geloso e oppressivo, e arrivando persino a picchiarla in ospedale poche ore dopo il parto.
Una prima denuncia della donna, presentata dopo settimane di violenze, aveva portato all’allontanamento del marito dall’abitazione di Fara Gera d’Adda, nella bassa Bergamasca. I maltrattamenti, però, secondo l’accusa, sono proseguiti, con il magrebino che più di una volta ha rinfacciato alla moglie i precetti islamici, minacciando persino di ucciderla in nome del Corano.
Nell’agosto del 2008 è scattato l’arresto e da allora l’uomo si trova in carcere. Il giudice per l’udienza preliminare ha accolto le richieste del pubblico ministero Carmen Pugliese e ha condannato il marocchino a tre anni di carcere.