BERGAMO – Il custode del cimitero comunale di Torre Boldone, in provincia di Bergamo, aveva trovato un modo efficace per arrtondare il suo stipendio. Si occupava della lavorazione e del posizionamento di lapidi a bazzo prezzo. Contattava i parenti dei defunti e presentava i suoi prodotti. Volendo, forniva anche un depliant. Ora è accusato di abuso di ufficio per aver svolto altra attività pur essendo un dipendente pubblico.
Il guardiano riusciva a proporre ai suoi clienti prezzi più bassi delle pompe funebri. Ed aveva anche l’opportunità di mostrare opere già compiute. Secondo l’accusa l’uomo entrava in azione non solo in occasione della morte di qualche persona, ma anche quando si verificavano delle esumazioni di salme: contattava i parenti del defunto e offriva i propri servigi per lavorare e poi mettere in posa lapidi nel cimitero.
Come riporta l’Eco di Bergamo, gli accertamenti dei carabinieri alla fine hanno individuato almeno diciassette casi, ed è così partita la denuncia a piede libero a marzo del 2011: secondo quanto ricostruito il sessantunenne una volta ottenuto l’accordo per i propri servigi e concordato il prezzo, prendeva pagamenti in contanti e rilasciava una “ricevuta” su un normale foglio bianco, realizzando il pattuito.