Silvio Berlusconi è morto questa mattina intorno alle 10 al San Raffaele di Milano. Il leader di Forza Italia e fondatore di Mediaset aveva 86 anni. Da venerdì scorso era di nuovo ricoverato al San Raffaele per accertamenti legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo. premier
I valori di Berlusconi non accennavano a migliorare. E la situazione è precipitata.
La leucemia mielomonocitica cronica (LMMC) è la più frequente tra le sindromi mielodisplastico-mieloproliferative. Si tratta di un raro tumore del sangue caratterizzato da una proliferazione abnorme di monociti, una specifica tipologia di globuli bianchi. Si manifesta in prevalenza nella popolazione over 65 e in particolare negli uomini. Viene curato attraverso farmaci chemioterapici che tendono a ridurre il numero dei globuli bianchi e in particolare dei monociti, favorendo anche la riduzione del volume della milza. Altra strada è il trapianto allogeno di cellule staminali da donatore compatibile.
All’ospedale San Raffaele di Milano, subito dopo la sua morte sono arrivati Paolo Berlusconi e i figli Marina, Eleonora, Barbara e Pier Silvio Berlusconi. Presente anche la compagna Marta Fascina.
Era stato dimesso il 19 maggio scorso inizialmente in terapia intensiva dopo 45 giorni al San Raffaele dove si trovava ricoverato dal 5 aprile. Inizialmente in terapia intensiva, per curare una preoccupante infezione polmonare. Dal 16 aprile scorso era stato poi trasferito nel reparto di degenza ordinaria.
La polmonite era dovuto alla sua “condizione ematologica cronica di cui egli è portatore da tempo. Leucemia mielomonocitica cronica, di cui è stata accertata la persistente fase cronica e l’assenza di caratteristiche evolutive in leucemia acuta”, si leggeva in una nota del San Raffaele firmata dai professori Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri. La strategia terapeutica, si leggeva ancora nella nota, “prevede la cura dell’infezione polmonare, un trattamento specialistico citoriduttivo mirato a limitare gli effetti negativi dell’iperleucocitosi patologica e il ripristino delle condizioni cliniche preesistenti”.
Anche a fine marzo c’era stato un ricovero per Silvio Berlusconi, allora solo per alcuni accertamenti medici dovuti ad un malore. I motivi del nuovo ricovero non erano apparsi da subito chiari così come non erano risultate chiare le sue condizioni di salute. L’Ansa aveva scritto che il Cavaliere era ricoverato per problemi cardiovascolari e che era arrivato in ospedale “con affanno respiratorio”. Altre agenzie avevano scritto di “un’infezione con affaticamento respiratorio” che i medici stavano trattando con un terapia antibiotica. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, coordinatore nazionale di Forza Italia, aveva detto che “Berlusconi era “stato ricoverato in terapia intensiva perché non era stato risolto un problema che riguardava un’infezione. Però parla. È tutto quello che so”.
La scorsa settimana, Berlusconi era già stato ricoverato per qualche giorno per controlli medici che erano stati definiti di routine. Dopo le dimissioni aveva scritto: “Sono già tornato al lavoro sui temi principali di questi giorni, pronto e determinato a impegnarmi, come sempre ho fatto, per il Paese che amo”.
A gennaio 2022, Berlusconi era stato ricoverato a causa di un’infezione alle vie urinarie. L’ex Presidente del Consiglio era stato ricoverato due volte anche durante il periodo della pandemia. La prima per dieci giorni a settembre del 2020 dopo essere risultato positivo al covid-19. La seconda a maggio del 2021 per problemi collegati all’infezione polmonare causata dal covid.
Berlusconi aveva subito delle operazioni delicate a partire dal 1997, quando venne operato per un tumore maligno alla prostata. Nel 2014 si ricoverò per due interventi per un’uveite, un’infiammazione agli occhi. Nel 2016 invece, subì un’operazione acuore aperto per la sostituzione della valvola aortica, e nel 2019 un’operazione d’urgenza per un’occlusione intestinale.
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