NAPOLI, 15 SET – Fu il direttore dell'Avanti Valter Lavitola a chiedere a Berlusconi di dargli in contanti i soldi destinati all'imprenditore Gianpaolo Tarantini. Lo spiega lo stesso premier nel suo memoriale inviato ai pm di Napoli che indagano sul presunto ricatto ai suoi danni.
''Feci avere a Tarantini e alla moglie – racconta il presidente del Consiglio – del denaro o consegnandolo direttamente a Lavitola o facendoglielo consegnare, in alcune rare occasione, dalla mia segreteria. Si trattava di somme che variavano tra i 5000 e i 10000 euro, 5000 per Tarantini e 5000 per la moglie. Non sono in grado di ricordare con quale frequenza cio' sia avvenuto. Si tenga presente che tali dazioni sono sempre avvenute in Roma presso la mia abitazione cosi' come gli incontri con Lavitola che soltanto una volta, mi sembra, si sia recato in Arcore. A Roma ho una cassaforte dove tengo sempre disponibile una somma in contanti per le mie spese personali e per le necessita' di casa, che alimento io stesso portando del denaro da Arcore''.
''Tali somme – aggiunge Berlusconi – sono tratte dai miei conti correnti personali, prelevate dai miei ragionieri e sono documentabili in ogni momento. Dalle consegne a Lavitola per le necessita' di Tarantini e della sua famiglia nessun altro ne era a conoscenza, se non in alcune occasioni la mia segreteria. Verso la primavera di quest'anno Lavitola in un incontro a Roma mi disse che Tarantini avrebbe voluto tornare a fare l'imprenditore avviando una nuova attivita' e che aveva necessita' di un finanziamento iniziale. In quel periodo ebbi modo di incontrare Tarantini con sua moglie alla presenza di Lavitola. Tale incontro avvenne, dopo innumerevoli richieste da parte loro, mi pare a Arcore. In quella occasione Lavitola e Tarantini mi ribadirono quanto anticipatomi da Lavitola stesso. Successivamente Lavitola in due incontri avvenuti a Palazzo Grazioli in Roma ebbe ad insistere su tale necessita' di Tarantini. Ritenni di accedere a tale richiesta e dissi a Lavitola che ero disponibile a erogare cio' che mi era stato chiesto. Lavitola mi disse che avrebbe depositato lui direttamente i fondi presso una banca in Sudamerica dove erano gia' depositati i suoi fondi personali e che avrebbe preferito ricevere la somma da me in contanti. Gli ho consegnato tale somma in molteplici tranches dalla primavera di quest'anno fino a prima dell'inizio dell'estate, personalmente, sempre in Roma. Non sono in grado di ricordare il numero delle tranches. Ho tratto le somme dai miei conti correnti. Le somme mi sono state fornite dai miei ragionieri''.