Massimo Tartaglia, l’uomo che domenica scorsa, a Milano, ha ferito il premier Silvio Berlusconi, nonostante le sue difficoltà psicologiche si teneva «molto informato sul Presidente del Consiglio».
Il particolare emerge dalle indagini della Polizia, che nel corso delle perquisizioni hanno trovato in casa sua molto materiale giornalistico. Niente che non fosse possibile reperire pubblicamente, a quanto pare, ma intanto pare sempre più probabile che Tartaglia non abbia scelto a caso quella piazza, e nemmeno all’ultimo momento.
L’uomo, in cura da una ventina d’anni per problemi psicologici, di Berlusconi aveva fatto un interesse vivo, ne seguiva le esternazioni, le mosse, tanto che sapeva del comizio che avrebbe tenuto nel centro di Milano la scorsa domenica, e probabilmente condivideva molti degli attacchi politici a lui portati.
D’altra parte che lo detestasse lo ha ammesso egli stesso ai poliziotti che lo sentivano in Questura. Lui, comunque, pur assumendosi la responsabilità del gesto, si è difeso dall’aggravante della premeditazione asserendo di aver preso con sé quegli oggetti (uno spuntone di plastica e un posacenere molto pesante, mentre il crocefisso e la miniatura del Duomo li avrebbe acquistati sul posto) per «difendersi da possibili aggressioni e disordini» in piazza.
