Massimo Ciancimino, uomo chiave di tante rivelazioni sui rapporti tra mafia e Stato, sarebbe stato intercettato mentre proponeva a un affiliato alla ‘ndrangheta un cambio di assegni contro contanti, dopo avergli detto di “fottersene” di quanto lo stesso Ciancimino dice attraverso la tv: “Quando mi senti in televisione tu fottitene”. La rivelazione di Giovanni Bianconi sul Corriere della Sera getta un’ombra sinistra e inquietante e mina assai la credibilità del figlio del defunto e mafioso ex sindaco di Palermo.
Secondo Bianconi, l’incontro sarebbe avvenuto a Verona e risalirebbe a “qualche settimana fa”. Ciancimino, scrive il giornale, “è uscito dalla sua casa di Bologna senza gli agenti di scorta che solitamente lo accompagnano in ogni spostamento” e ha raggiunto in macchina Verona dove è entrato nell’ufficio di un inquisito per ’ndrangheta, dove la polizia aveva sistemato delle microspie. L’interlocutore era “Girolamo Strangi, considerato collegato alla cosca Piromalli della Piana di Gioia Tauro”.
Ciancimino ja proposto a Strangi, uno scambio in apparenza strano: la consegna di centomila euro in contanti contro assegni per settantamila euro, che “fa nascere il sospetto che dietro l’operazione si nasconda una manovra per riciclare il denaro” e che Strangi ha accettato.
Bianconi parla anche di un viaggio in Francia dove Massimo Ciancimino doveva recuperare il denaro da recapitare a Gioia Tauro attraverso un altro personaggio legato a Strangi. “Quest’ultimo, Strangi, è ritenuto un personaggio che gestisce gli affari e le questioni economiche della famiglia Piromalli, uno dei più noti e potenti clan della Piana. E quando la Squadra mobile di Reggio Calabria ha captato questa conversazione, la Procura guidata da Giuseppe Pignatone ha avvisato i colleghi interessati alle indagini su Ciancimino: le Procure di Caltanissetta e Palermo, oltre alla Direzione nazionale antimafia”.
S