Anche i giudici della corte d’Assise d’appello di Perugia hanno ritenuto che Tiziana Deserto sia colpevole per le violenze sessuali e la morte della figlia Maria Geusa, avvenuta quando aveva due anni e sette mesi a Città di Castello il 6 aprile 2004. Le hanno pertanto confermato la condanna a 15 anni di reclusione (tre dei quali condonati) ma lei, anche stamani, prima che cominciasse la camera di consiglio con una breve dichiarazione spontanea ha detto di essere innocente e di non avere “fatto nulla di male” alla sua “bambina”.
“Sono innocente”, ha ripetuto poi al suo difensore Eugenio Zaganelli, che le aveva telefonato per comunicarle nel primo pomeriggio la sentenza mentre lei era in treno con il marito Massimo Geusa e la madre per tornare da parenti in Puglia, a Latiano. Per l’ omicidio e le violenze sessuali è stato già condannato all’ ergastolo con sentenza definitiva l’ imprenditore Giorgio Giorni. La Deserto ha detto che si era innamorata di lui, che pensava a una nuova vita con lui e che per questo le affidava la bambina.
In appello il Pm Giancarlo Costagliola aveva chiesto per lei l’ aumento della pena, 19 anni di reclusione, per tutti i reati contestati, compreso quello di maltrattamenti della bimba per la quale invece la madre è stata assolta.
“I maltrattamenti erano il cardine della sentenza di primo grado” – ha sottolineato l’ altro difensore, Gianni Zaganelli – Questo è il primo segnale di sgretolamento dell’ accusa. Riusciremo a dimostrare l’ innocenza di Tiziana, oggetto di una pesante campagna mediatica. E’ stata infatti descritta – ha concluso – come la peggiore donna al mondo, paragonata a una strega del Medioevo”.