
Bimbo segregato e torturato ad Arzachena, chiesti 12 anni per i genitori e la zia (Foto Ansa)
SASSARI – Bimbo segregato, chiesti 12 anni per i genitori e la zia del piccolo di 11 anni. Questa la richiesta dei pm della Procura di Tempio Pausania (Sassari).
Segregato e maltrattato nella villetta di famiglia ad Arzachena, in Costa Smeralda. I Carabinieri del Reparto territoriale di Olbia lo liberarono la scorsa estate dopo che il piccolo aveva chiesto aiuto per telefono ai militari.
Gli investigatori avevano così scoperto una realtà agghiacciante: il bimbo segregato era sottoposto a torture fisiche e psicologiche, descritte dettagliatamente nel diario segreto che nascondeva in camera.
Le punizioni sistematiche consistevano nella segregazione in camera per ore, al buio, senza il materasso, e con un secchio per fare i bisogni. Il piccolo veniva anche picchiato e gli venivano fatte ascoltare delle voci preregistrate per spaventarlo.
Il piccolo veniva anche percosso, e quando era lasciato solo nella sua stanza, gli venivano fatte ascoltare delle voci preregistrate che gli dicevano: “Andrai all’inferno”.
Sullo smartphone la zia avrebbe registratovoci distorte a simulare suoni demoniaci per terrorizzare il ragazzino. L’intento era quello di spaventarlo a morte per renderlo buono e obbediente.Â
Torture fisiche e psicologiche che il bambino ha descritto dettagliatamente nel diario segreto che nascondeva in camera. In tutta la vicenda assume dunque un ruolo dominante la zia. Oltre a dettare le regole di condotta ai genitori, si comportava come se fosse lei la genitrice. Anche tenendo i contatti preferenziali con la scuola e gli altri ambienti di frequentazione del nipote.
Subito arrestati i genitori, mentre la zia era finita in carcere alla fine dello scorso anno. I tre imputati, hanno ammesso le loro colpe e si trovano agli arresti domiciliari.
Il processo adesso continuerà il 15 giugno per le arringhe della difesa, poi il 22 le repliche e molto probabilmente anche la sentenza. (Fonte Ansa).
