”Tutto ciò che riconosce i diritti fondamentali è utile”. Lo afferma Beppino Englaro, in un’intervista a La Stampa, nella quale commenta l’accoglimento del ricorso da parte del tribunale di Firenze in materia di testamento biologico. ”Se io posso decidere della mia salute quando sono lucido, presente a me stesso e agli altri – si domanda Englaro – perché quella stessa decisione non conta più se perdo conoscenza?”.
Alla base del dibattito sul testamento biologico, secondo il padre di Eluana, c’è uno scontro tra poteri, intendendo per scontro una ”lotta tra politica e magistratura”. ”Ricordo i giorni del trasferimento di Eluana nella clinica di Udine per la sospensione della nutrizione – aggiunge Englaro – il Parlamento accusò i giudici di ‘conflitto di attribuzione’ dei poteri”.
La legge che approderà alla Camera, secondo Englano, non sarebbe costituzionale, perché ”stabilisce che i medici possono non ‘prendere in considerazione indicazioni orientate a impedire l’autodeterminazione terapeutica se ne consegue la morte”.
”Tra le indicazioni c’è anche l’alimentazione e la nutrizione forzata, un composto farmaceutico, proteine e vitamine – aggiunge – . Una terapia che se sono nelle condizioni di intendere e di volere ho il diritto di interrompere. Diritto che non vale più, invece, se quelle capacità le ho perse”. L’intenzione del padre di Eluana, infine, è quella di rivendicare ”fino alla fine dei miei giorni, la libertà di disporre della mia salute sotto il grande cielo delle norme”.