ROMA – La trovata della “e-mail civetta”, quella che una volta aperta trasforma il tuo pc in una gigantesca microspia in grado di intercettare conversazioni, e-mail, chattate su Skype e altro, non è una novità: la procura di Npaoli che indagava su Bisignani con questo metodo ha fatto un sobbalzo quando ha scoperto che Bisignani stesso li aveva preceduti. Aveva già installato, e tre mesi prima della procura, una spia-gemella a quella ideata dalla procura. Sul suo pc aveva questo software che gli permetteva di intercettare e registrare tutto quello che si muoveva nello spazio circostante di chi riceveva la sua e mail spia. Un modo per controllare le persone e, sostiene la procura napoletana, fabbricare dossier scomodi.
Non solo, il sistema di Bisignani era anche più raffinato di quello che i magistrati hanno usato per incastrarlo: tutto quello che veniva registrato veniva anche salvato e inviato, tramite file, ad alcuni indirizzi di posta elettronica di Google. I magistrati ora hanno scoperto questo metodo ma per ottenere i contenuti di quelle email devono prima avere l’ok dalla California, dove ha sede Google, e per questo è già stata attivata una rogatoria internazionale.