NAPOLI – Un sistema informativo parallelo, per gestire informazioni riservate e grossi appalti. Una rete arrivata, secondo i pubblici ministeri, anche ai livelli più alti dello Stato. Per questo motivo è stato arrestato, nell’ambito dell’inchiesta sulla P4, Luigi Bisignani, già nella lista P2.
Ed è dai suoi interrogatori che inizia a prendere corpo questa rete parallela di gestione del potere. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si sarebbe attivato ”con qualcuno” all’interno dell’Aise, l’Agenzia dei servizi segreti esterni, per dare una mano al maresciallo dei carabinieri Enrico La Monica, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta sulla P4. A dirlo ai magistrati è lo stesso Luigi Bisignani -arrestato, così come è stata richiesto l’arresto anche il parlamentare del Pdl Alfonso Papa, nei cui confronti è stata chiesta alla Camera l’autorizzazione a procedere – nell’interrogatorio del 9 marzo di quest’anno.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta sarebbe stato informato di ”tutte le vicende” giudiziarie ‘che potevano riguardarlo direttamente o indirettamente”, informazioni ottenute da Luigi Bisignani attraverso il parlamentare del Pdl Alfonso Papa, che a sua volta le riceveva da fonti delle forze di polizia. ”Mi chiedete se io informassi Letta delle notizie e delle informazioni riservate di matrice giudiziaria comunicatemi da Papa – risponde l’ex giornalista ai magistrati napoletani -. A tal riguardo vi dico che sicuramente parlavo e informavo il dottor Letta delle informazioni comunicatemi e partecipatemi dal Papa, e in particolare di tutte le vicende che potevano riguardarlo direttamente o indirettamente come la vicenda riguardante Verdini, come la vicenda inerente al procedimento che riguardava lui stesso (cioè il Letta) e il Chiorazzo e come, da ultime, la vicenda inerente al presente procedimento”. Ad un certo punto, prosegue Bisignani nell’interrogatorio, ”nel contesto delle indagini sulla cricca (l’inchiesta sugli appalti del G8 dei magistrati perugini, ndr), uscì una conversazione in sui si parlava di uno ‘zio’; ricordo che si disse che poteva essere Letta, mentre si trattava del rettore dell’Università di Tor Vergata, tale Renato Lauro”.
Luigi Bisignani avrebbe dato al ministro dell’Economia un nome per la presidenza del Poligrafico dello Stato. Lo dice ancora Bisignani ai magistrati nell’interrogatorio riportato nell’ordinanza di custodia cautelare. ”Ho sicuramente segnalato il Mazzei – mette a verbale Bisignani – al professor Tremonti per fargli ottenere la nomina di presidente del Poligrafico dello Stato. Con il Poligrafico la Ilte è in rapporti per il modello unico”. Roberto Mazzei è stato nominato presidente dell’Istituto poligrafico e zecca dello Stato nel settembre del 2009.
Sarebbe stato Italo Bocchino ad informare Luigi Bisignani dell’inchiesta napoletana sulla P4, dice ancora Bisignani. Bocchino ha poi confermato di aver parlato dell’indagine ma di averlo fatto dopo che la notizia era uscita sui giornali. ”Un giorno – dice ai magistrati il 9 marzo Bisignani – Bocchino mi disse di aver appreso che Papa (Alfonso Papa, ndr) era indagato e che a Napoli c’era una indagine e delle intercettazioni che riguardavano alcune schede procurate e diffuse dal Papa…Bocchino parlò espressamente di una indagine di Napoli ma non fece mai il nome dei magistrati”.
Parole confermate il 14 marzo: ”…vi ribadisco che il Papa, quando io gli dissi delle intercettazioni e delle schede – informazioni passatami da Bocchino – mi diceva che aveva fatto i suoi giri negli ambiti della Guardia di Finanza…”. Lo stesso giorno i magistrati sentono il vicepresidente di Futuro e Libertà e gli chiedono quale sia la sua versione ”Rispondo – mette a verbale Bocchino – che l’affermazione del Bisignani risulta imprecisa e che il Bisignani abbia riassunto più (nostri) colloqui: ricordo che in un primo tempo io mi limitai a dire al Bisignani che vi erano semplicemente delle voci generiche e vaghe su talune attenzioni giudiziarie sull’onorevole Papa da parte della procura di Napoli; ricordo, invece, che della vicenda delle schede intercettate io parlai con Bisignani successivamente dopo che tale notizia era uscita sui giornali. In precedenza erano solo rumors e boatos e non ricordo da chi con precisione…Ricordo di aver parlato con Bisignani della vicenda da dicembre ultimo ad oggi, forse quattro o cinque volte; ricordo che il Bisignani si mostrava preoccupato e che era ancora più preoccupato dal fatto che Alfonso Papa sottovalutava la questione”.
I pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock, viste le dichiarazioni contrastanti, decidono di mettere i due a confronto, che avviene sempre il 14 marzo. Ecco cosa si dicono Bocchino e Bisignani. Bisignani: ”Confermo quello che ho già detto. Ti ricordi che presso la Galleria Sordi, prima che la notizia fosse uscita sulla stampa, mi dicesti che avevi raccolto notizie sul fatto che vi era un’indagine che aveva ad oggetto le schede telefoniche di Papa. Ricordo bene che tu, preoccupato, in quanto sei mio amico, mi chiedesti se per caso non avessi anche io usufruito delle schede del Papa. Io, mentendo, ti dissi di no e ricordo che tu ne fosti molto sollevato. Nel senso che recepisti che io non ero coinvolto in questa storia”.
Bocchino: ”La circostanza che tu hai riferito è in sé esatta ma la collochi in un momento sbagliato. E’ vero che ti dissi dell’indagine sulle schede del Papa e che verosimilmente ti chiesi se per caso anche tu le avessi utilizzate. Tuttavia ciò avvenne in un momento successivo alla pubblicazione delle notizie su questa storia”. Bisignani: ”io ricordo che mi hai detto questo fatto in epoca precedente”.
La prima smentita è del ministro Tremonti, in una nota ufficiale si legge: ”Il professor Giulio Tremonti non ha mai ricevuto segnalazioni dal dottor Bisignani Luigi su nomine al Poligrafico, né su altro”.